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The Climb, Arrivo Valadhiel

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view post Posted on 13/12/2019, 16:18
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«Partirò l'indomani» annunciò Valadhiel tra un sorso e l'altro della sua zuppa. Dall'altra parte del tavolo i suoi genitori si limitarono a replicare in modi che ormai l'elfa aveva quasi imparato a memoria: la madre guardandola negli occhi come se potesse scrutare fin dentro il suo animo ed il padre muovendo le gambe in modo nevrotico. Entrambi sapevano della sua decisione di lasciare casa per inseguire il suo sogno, ciò di cui erano all'oscuro era il quando. «Mi dispiace dirvelo solo ora, ma avevo bisogno di capire se fossi davvero pronta, e...» non fece in tempo a concludere la frase che la madre muovendo più volte il capo la interruppe «Suvvia, Val! Non volevi farci stare in pensiero per troppe notti e hai voluto dircelo all'ultimo, non c'è nulla di sbagliato nell'ammetterlo» ribatté Thenidiel in tono autorevole prima di sciogliersi in un sorriso più caldo del brodo che stava bevendo. «Assolutamente. Che poi, non sottostimarci così tanto, eravamo già al corrente dei frutti del tuo allenamento. Proprio ieri avevo incontrato il fabbro sulla via per il centro che mi ha raccontato di come suo figlio fosse stato steso in uno scontro amichevole dalla mia, e per quanto mi fossi mostrato preoccupato per la sua salute non riuscivo a non essere orgoglioso di te» rincarò la dose Beriadan, al che Val si sentì incredibilmente stupida ad aver anche solo pensato che avrebbero potuto risponderle con voce preoccupata e straziata. «Questo potrebbe passare per un cattivo insegnamento» scherzò prima di ingollare ciò che restava della zuppa. Essersi tolta quel peso di dosso le faceva percepire dentro di sé un fuoco così forte che si sentì di colpo rinvigorita. Avrebbe fatto bene a serbarlo anche quando si sarebbe svegliata all'alba, rimuginò.

Per quanto avesse provato diverse volte ad addormentarsi Val dubitava di aver riposato per più di un paio d'ore. I suoi pensieri era come se le fossero sfuggiti, perdendosi nell'infinito reame del possibile e distogliendola dalla più pragmatica necessità di dormire. Immobile come una statua scrutava i toni plumbei del cielo e quelli più cupi dei Monti dell'Iride che sembravano quasi perforare l'empireo. Coraggio, si disse, era tempo di partire. Indossò un paio di stivali marroni, un pantalone leggermente più scuro delle calzature ed un abito pesante color castano. Sulla piccola scrivania adiacente il letto aveva già preparato la sera prima una bisaccia contenente erbe curative, antidoti e piccole razioni da consumare durante il viaggio oltre che, ovviamente, delle monete con cui avrebbe pagato le taverne in cui avrebbe sostato. Con un unico e rapido gesto se la passò attorno al collo e prima di volgere lo sguardo verso l'uscio raccolse il bastone arcano che l'accademia le aveva donato al termine del suo percorso affinché potesse batterne un secondo. Uscì in silenzio dalla propria stanza e vide i suoi genitori seduti vicino al focolare mentre si tenevano per mano. Socchiuse per un brevissimo istante gli occhi, colpita da come avessero cercato di mostrarsi forti neanche dieci ore prima. Le dispiaceva più per loro che per la possibilità che venisse ferita da un brigante o peggio, ma forse solo perché era abbastanza sicura di sé da non ventilare neppure l'ipotesi che la sua ascesa potesse essere fermata da un incidente qualunque. O forse era solo un meccanismo di difesa per combattere la paura dell'ignoto. «Neanche voi avete dormito molto, eh?» esordì, la voce bassa e gli occhi fissi sulle loro schiene. Visti così Thenidiel e Beriadan le sembravano molto più piccoli e fragili. «Non preoccuparti per noi. Tu, piuttosto, sei pronta per partire?»
«Sì» avrebbe voluto aggiungere altro, Valadhiel, dir loro che sarebbero stati orgogliosi di lei e che li avrebbe riempiti di lettere, ma nulla uscì dalle sue labbra secche. Era una di quelle situazioni in cui ognuno sapeva cosa passasse nella testa degli altri, silenzi di intesa in cui ogni parola di troppo pesava più del dovuto, silenzi che andavano rispettati. «Arrivederci»

[...]

Erano passati diversi giorni da quando aveva salutato i suoi genitori, eppure le sembrava che fossero trascorse intere settimane, se non mesi, dalla sua partenza. Il suo viaggio l'aveva portata ad incontrare cacciatori di taglie, avventurieri e mercanti itineranti, e se questo da una parte la rendeva felice di aver scoperto così tanti stili di vita che prima di allora aveva solo approfondito sui libri, dall'altra non c'era stato minuto che non fosse stata all'erta come un piantone. Le notti passate nelle stanze di questo o quell'altro ostello difficilmente le concedevano serenità, e quando si addormentava per semplice crollo fisico finiva con l'avere incubi terribili che le rubavano anche quello scarso riposo. Non che le sue paure fossero infondate, dacché anche un ladro mediocre avrebbe potuto infiltrarsi in tutta tranquillità in una delle strutture meno sorvegliate e derubare chi, sfinito, vi passava la notte. D'altronde, Valadhiel non era che una giovane elfa che nel grande schema delle cose aveva solo imparato a camminare, ma proprio per questo non poteva permettere che le sue ali venissero tarpate.
Metallo, rocce e gemme di ogni tinta e forma erano ciò che la separava dalla sua ultima ascesa, un varco austero che sembrava contenere l'animo orgoglioso di draghi ed elfi allo stesso tempo. Levò il capo al cielo e misurò ancora una volta quanto le proporzioni la rendessero più vicina ad un insetto che ad un ospite atteso con trepidazione; non che la giovane si aspettasse di meno, anzi, nutriva ammirazione per una simile grandezza e verso la conseguente idea di poter fare proprie conoscenze segretate. Comprendere la realtà ed i suoi misteri era ciò che muoveva la sua anima, e mai si sarebbe tirata indietro dal suo volere. A passo deciso attraversò i cancelli e si ritrovò in quella che veniva chiamata aurea ascesa, ovvero il percorso che permetteva di raggiungere l'Intreccio dall'interno di una sala cilindrica così alta da far venire le vertigini. I suoi insegnanti l'avevano messa in guardia nei riguardi di un esame di forza che avrebbe messo a dura prova tutto ciò che aveva appreso dentro e fuori i banchi dell'accademia, e così rimase in attesa, i nervi saldi e gli occhi che esploravano ogni metro dell'enorme opera architettonica come incessanti sentinelle.
«Mi chiamo Valadhiel» asserì con fierezza affinché qualcuno - chiunque! - le desse udienza «sono qui per misurare il mio valore e porlo al vostro servizio».

SPECCHIETTO

Energia: 100/100
Salute: 100/100
Slot Capacità: 0/1
Equipaggiamento: Bastone Arcano (Arma da Fuoco Magica)

Capacità Utilizzate: //
Generatori Utilizzati: //
Tecniche Utilizzate: //

Note: "Sulla piccola scrivania adiacente il letto aveva già preparato la sera prima una bisaccia contenente erbe curative, antidoti e piccole razioni da consumare durante il viaggio oltre che, ovviamente, delle monete con cui avrebbe pagato le taverne in cui avrebbe sostato." Gli oggetti citati non fanno parte della scheda di Valadhiel e hanno il solo ruolo di rendere più realistico il viaggio dell'elfa. Ho inoltre scritto che Valadhiel raggiunge l'aurea ascesa partendo da Duan in "diversi giorni" (indicativamente una decina), nel caso dovesse essere inesatto provvederò immediatamente a modificare. Per il resto, spero che il mio post possa risultare piacevole e ti auguro buon divertimento!
 
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view post Posted on 27/12/2019, 15:52
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L'ombra di una figura alta poco più di un metro saltellava decisa le scalinate dorate dell'Intreccio.
Passi leggeri e cadenzati, note di un ritmo ripetuto così tante volte che alle orecchie di Xander suonava come una cantilena disperata. L'elfo era ormai così abituato alla risalita della sala che nemmeno ricordava quando l'aveva lasciata per una vera avventura. Lui, che era una Lama Aurea, era costretto a fare da guida ai nuovi arrivati, perdendosi tutto il divertimento del sorvegliare il fronte della Trama. Lui, che nonostante la statura e il difficile eloquio, aveva scalato i ranghi della Trama più velocemente di chiunque altro, ora si trovava a ricoprire il ruolo di guardiano dell'aurea ascesa.
Stronzate, si era detto. Evidentemente qualcuno aveva parlato più del dovuto e aveva spifferato delle sue attività notturne. Era certo avrebbe individuato il colpevole, prima o poi, se mai avesse avuto un attimo libero da quel ruolo infame.
Quando arrivò al cospetto della nuova arrivata la squadrò da testa a piedi; figura longilinea, un ammasso informe di biondi capelli - che tanto detestava perché la sua genetica li aveva generati scuri - e un portamento regale, di quelli che tutti si aspettano da un elfo. A volte, all'interno della Trama stessa, molti si erano chiesti se Xander fosse effettivamente un elfo; completamente diverso da tutti i suoi simili nell'aspetto e nel modo di fare, sembrava più un piccolo demonio che uno degli orecchie-a-punta che tanto lo apostrofavano.
Fantastico, pensò. Una nuova ed emozionante avventura verso l'Intreccio.
« Valadhiel, eh? » il tono sembrava pacato, ma con un piccolo retrogusto di fastidio. « Benvenuta ai cancelli dell'Intreccio, casa della Trama, sentiero aureo verso la perfezione dell'incrollabile veglia. »
L'elfa avrebbe potuto notare con estrema felicità che le parole del guardiano suonavano false e decisamente non sentite. Si stava limitando a ripetere la cantilena che ripeteva ormai da mesi.
« Il mio nome è Xander. Quello che devi fare è convincermi a farti passare.
A raggiungere la gloria.
»
Alzò le mani con fare teatrale, quasi stesse annunciando, falsamente, l'ingresso dell'ospite d'onore.
« Perciò dimmi, Valadhiel. » Sembrò sbadigliare. « Perché tu, tra tutti, dovresti incontrare la Trama?
Perché dovresti raggiungere l'Intreccio?
»



CITAZIONE
QM Point.
Benvenuto in Moontide!
Come da accordi presi, gestirò io il tuo arrivo sotto forma di arrivo nella fazione della Trama d'Oro; ciò significa che mi atterrò in maniera più o meno generica alla trama di fazione e del tuo personaggio in funzione di una valutazione per una eventuale promozione energetica.
Arrivato all'Ascesa chi ti accoglie non è proprio il più tipico dei guardiani elfici - sicuramente non un personaggio Tolkeniano, insomma. Il suo nome è Xander ed è una Lama Aurea, quindi ricopre una posizione abbastanza di rilievo nella Trama; tuttavia, a causa di alcune defezioni nel suo comportamento, è stato costretto ad accogliere i nuovi arrivati - e la cosa gli fa girare i coglioni non poco. Quello che ti chiede, in questo post, è molto semplice eppure molto complesso: devi convincerlo che tu - e solo tu - sei l'elfa giusta per loro. Puoi farlo nella maniera che preferisci, ma mi raccomando sii convincente perché, come hai visto, non è un soggetto facilino, 'sto Xander.
Nel momento in cui ti pone la domanda, tuttavia, una sorta di malia psionica si insinua nei tuoi pensieri, costringendoti a rivivere uno dei momenti più tristi del tuo passato; vorrei che me lo descrivessi come se lo stessi vivendo in questo momento.
Non sarà un arrivo dei più classici perché so che conosci le meccaniche del GdR, quindi vorrei testare il tuo livello in maniera più dinamica.
Puoi trovare maggiori informazioni sulla fazione nel topic dedicato, che sono certo avrai già letto e riletto.
Per qualsiasi dubbio, sai come contattarmi.
Buon lavoro!
 
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view post Posted on 8/1/2020, 16:31
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Dritta ed immobile come un soldato durante il saluto, Valadhiel scrutò con attenzione la sagoma che andava ad ogni passo delineandosi sempre di più. L'elfo che aveva risposto alla sua invocazione, scoprì, sembrava repellere tutto ciò che la loro razza rappresentava. La leggiadria era stata sostituita da una camminata che emanava inosservanza, se non addirittura menefreghismo, l'immagine di figure longilinee e dalla folta chioma chiara era stata distorta in qualche bizzarro modo ed ora innanzi a lei vi era un soldato dai capelli scuri alto meno di un bambino. Ma per quanto inaspettato fosse l'elfo che si era presentato, Valadhiel non mostrò né titubanza, né intimidazione e neppure senso di superiorità. Il suo sguardo era lo stesso di sempre, pregno di curiosità ed al contempo contaminato da una traccia di indifferenza che alle volte nemmeno lei sapeva comprendere, eppure era lì, una macchia indelebile che sondava il tutto con ancor più distacco. Giudicare un libro dalla copertina era l'anticamera dell'ignoranza, un peccato di cui erano soliti macchiarsi adolescenti impulsivi o adulti che credevano di non avere più nulla da apprendere, rivelandosi nei fatti non meno infantili di chi trovava nella giovane età se non altro una giustificazione. Per migliorarsi, credeva fermamente, era necessario scindere il cieco orgoglio dall'amor proprio e distanziarsi tanto dal primo quanto inseguire il secondo. Ed era proprio per quest'esatta ragione che il pensiero più razionale che le aveva attraversato la mente era stato uno soltanto: per quale motivo un elfo privo della grazia marziale dei suoi simili era lì a giudicarla? Perché fuori dalla porta c'erano soldati fieri e minacciosi ed al di là di essa vi era lui? La ragione era banale, lapalissiana: se egli, in apparenza così dissonante con i suoi simili, ricopriva un ruolo tanto importante rispetto ad altri militari, ciò significava che doveva essersi fatto valere ancora di più dei suoi pari. Doveva aver superato i pregiudizi altrui con le unghie e con i denti prima anche solo di poter essere giudicato per i propri meriti. Questo, immaginò, lo rendeva un individuo particolarmente cinico, rigido e severo, uno che non si sarebbe fatto problemi a dare agli altri un assaggio della vita dura che aveva dovuto sopportare. Che ciò avesse come radice una frustrazione personale o terminasse in fini istruttivi, per Valadhiel non aveva importanza alcuna, adesso non era lì per comprenderlo più di quanto non le servisse per proseguire l'ascesa. Le prime parole del milite confermarono ogni ipotesi dell'elfa a tal punto che l'altro avrebbe potuto notare un luccichio nei suoi occhi, ma così come baluginò in fretta nel suo sguardo, così esso tornò a farsi più freddo ed inquisitorio negli attimi successivi. Era irritato? Poteva essere, magari era un periodo in cui diversi giovani si erano lanciati nell'impresa di raggiungere l'Intreccio ed avevano costretto altrettanti elfi della Trama a dedicare loro parecchio tempo che avrebbero potuto investire in modi ai loro occhi più produttivi. Uno come lui doveva essere dedito quasi unicamente alla guerra, tant'è che sembrava nutrire ben poco rispetto per un'accoglienza degna dell'aulico circondario. Poi, arrivò la conferma ad uno dei suoi interrogativi: l'elfo si chiamava Xander. Un nome del genere era raro, per non dire pressoché inesistente, nella loro razza, e così giunse anche un'illuminazione: e se si fosse trattato di un mezzosangue? Il figlio di un nano e di un elfo? Chissà, in lui avrebbe potuto scorrere anche del sangue umano, del resto a volte alcuni uomini avevano la sfortuna di nascere così piccoli o, ancor peggio, ritrovarsi con menomazioni mentali o fisiche che impedivano loro di fare persino le cose più semplici. Ad essere certa era la sua richiesta che sapeva di sfida, un esame che nulla aveva a che vedere con le interrogazioni dei suoi maestri e che invece era intriso della tribalità dei riti d'iniziazione. Ed intanto il suo cervello lavorava febbrilmente per unire tra loro parole e frasi con la stessa laboriosità di un ragno intento a tessere la propria ragnatela. Cosa avrebbe potuto dire per ingraziarselo e, d'altro canto, quali formule avrebbe dovuto categoricamente evitare? Ma fu proprio nell'istante in cui Xander la spronò a replicare che qualcosa accadde in un modo tanto incontrollato e casuale da rompere la sua compostezza come se avesse ricevuto un pugno in pieno volto. Qualcosa di terribilmente sbagliato ed ingiusto. Questo era l'ultimo contatto con la realtà prima dell'oscurità, l'ultimo annaspare tendendo il braccio fuori dalle sabbie mobili prima di esserne inghiottita.

Quello che accadde dopo, Valadhiel non lo riuscì a decifrare immediatamente, tanto era confusa e disorientata dal vedere come tutte le cose, di colpo, fossero state messe a soqquadro ed al loro posto fosse sorto qualcosa di nuovo. Le mura dell'accademia si estendevano per metri di fronte a lei, il sole prossimo al tramonto passava attraverso le finestre sparse nel corridoio e lo riempiva di un suggestivo color pesca. Il vociare dei giovani studenti si dissolveva nell'aria come se stessero pian piano allontanandosi, ma invero ella li vedeva muoversi costantemente da una parte all'altra della struttura. E allora perché nulla di quello che dicevano arrivava alle sue orecchie?
«Cosa ne pensi di quel tipo d'amore presente ne Il Mare e la Montagna, Anira?»
Aveva parlato? Sì, lo aveva appena fatto. Ma certo, perché quelle parole le aveva già dette ad Anira. Anira. Valadhiel si era innamorata di lei da quando le aveva messo gli occhi addosso. Ella irradiava di calore anche il più gelido dei giorni col suo sorriso ed ovunque si voltasse trovava giovani che avrebbero offerto in sacrificio qualunque cosa anche solo per darle la mano, e ciononostante non si era mai concessa a nessuno di loro. E le sue parole, oh, le sue parole trovavano sempre il modo di riecheggiare nella testa di Val anche dopo giorni, sicché si trovava a costruire attorno ad esse castelli, giardini, strade e palazzi. Questo perché aveva un modo tutto suo di conversare; era alla mano e gioviale, quel tipo di persona che diceva sempre quello che le passava per la testa senza, tuttavia, scadere mai nel volgare. Era vera, e perciò ogni volta che le raccontava di come si sentisse poco a suo agio con questo o quell'altro elfo che la corteggiava Valadhiel si sentiva di un passo più vicina al reclamare per sé quel capolavoro della natura. Anira non si meritava di essere infelice, si diceva, Anira aveva bisogno di lei, solo e soltanto di lei.
Valadhiel sapeva come non farle pensare ad altro. Valadhiel sapeva come farla sentire come non si era mai sentita.

ValadhielAnira

I loro occhi si incontrarono, ed esattamente come ricordava a distanza di anni, Anira non rispose subito, ma si strofinò il dorso dell'indice contro il mento. Valadhiel aveva sempre trovato sensuale quel gesto finché un giorno, quel giorno, tutto crollò come un castello di carte preso d'assedio dal soffio di un bambino.
«Beh, non è che c'è molto da dire» e invece andava fatto, e molto, il punto era proprio questo «Eäryendë e Aegliriell erano andate contro le Sacre Leggi condannando la loro gente nel momento in cui avevano deciso di vivere in esilio assecondando il loro egoismo» e se fossero fuggite con degli elfi sarebbe stato lo stesso, possibile che non riusciva a vedere al di là di regole imposte da mortali come loro per altri mortali? E se anche fosse stato un "Essere Superiore" a deciderlo, Valadhiel non si sarebbe fatta problemi a consacrare la sua intera esistenza alla ricerca di un modo per incontrarlo, annientarlo e seppellirlo sotto il peso dei suoi peccati. Davvero aveva pensato cose del genere? Questo era convinta di averlo rimosso, ma se risuonava così tanto dentro il suo animo forse uno strascico di quella rabbia aveva trovato il modo di annidarsi nella coltre di ragionevolezza che tanto la ammantava.
«La mia domanda però era un'altra».
«Vabbè, che ti devo dire, è qualcosa di bizzarro. Nemmeno qualche giorno fa ci sono state spiegate alcune malattie che si manifestano dalla nascita, e questa potrebbe essere una di quelle, una stranezza della vita che non ha nulla a che fare con la nostra natura reale».
Il cuore le stava esplodendo dal petto. Come poteva, no, come osava? Le sensazioni di allora si mischiavano con l'irritazione di essere stata soggetta ad un così vivido ricordo del giorno in cui per la prima volta si trovò a odiare direttamente qualcuno. E non un qualcuno qualunque, perché un sentimento tanto impegnativo e deteriorante non avrebbe mai potuto proliferare a causa di altri se non di lei, ed era questo a farle più male, ed il dolore acuiva la sua acrimonia. Perché aveva pensato che Anira potesse essere migliore di così? Perché non aveva aspettato di conoscerla meglio prima di affidare alle sue forme le proprie fantasie? E non solo, più volte si era ritrovata nel cuore della notte a stimolare il proprio corpo affinché sentisse quel piacere che avrebbe voluto darle, ma ora quelle dita le avrebbe strette attorno al suo collo. Natura? Voleva parlare di cosa fosse naturale? Che fosse tornata a vivere dei frutti della foresta e fare di terra e foglie il suo giaciglio! Stranezza? Non meno di stroncare migliaia di vite in futili guerre o rischiare di avvelenare il proprio corpo dopo l'ennesimo boccale di liquore. A confronto di tutto ciò che era veramente storto, quello che era dentro di lei era ben al di là di essere una malattia, un peccato o qualunque altro nome negativo avrebbero voluto dare alla direzione del suo amore. E forse fu il suo turbamento, forse il naturale decadimento di qualunque sortilegio fosse stato scagliato contro di lei, ma d'un tratto tutto riottenne chiarezza: le statue che svettavano intorno alla scalinata, lo sguardo di Xander e lo spazio tra i due elfi. Valadhiel ignorava quanto tempo fosse realmente passato, ma i suoi pensieri erano quanto di più distanti dal cercare di capire la durata di quello che le era successo. No, c'era abbastanza disordine da impedirle di focalizzarsi con la dovuta freddezza su ciò che la circondava: la ragnatela era stata come colpita da un animale che senza nemmeno accorgersene l'aveva squarciata con i suoi artigli. Era lapalissiano, l'unico che avrebbe potuto farle una cosa del genere era Xander, ma per quale ragione provare a destabilizzarla prima che potesse anche replicare? Poi capì: era proprio questo il tranello, l'inganno. Finire per perdere di vista l'obiettivo o, peggio, non vederci più dalla rabbia ed aggredirlo dando solo dimostrazione della propria inaffidabilità ed incapacità di gestire le emozioni. «Perché sono una delle migliori studentesse di Duan» sentire la propria voce assai meno vigorosa di come si era presentata e sapere che Xander era perfettamente consapevole della motivazione acuì la sua irritazione, eppure quello era il massimo che si poteva concedere di provare. Era già arrivata abbastanza in alto per rinunciare a causa di una sadica illusione, e se anche lui avesse visto la presunta depravazione dentro di lei ormai il dado era tratto. «E non solo in quanto a capacità magiche. No, mi chieda dove trovare delle erbe curative o mi mandi direttamente a cercarle e non la deluderò. Mi interroghi sulla storia del nostro popolo e di quello draconico e non la deluderò. Mi imponga di sopportare ancora il dolore delle mie cicatrici ed io resisterò e non la deluderò». Le sue parole erano pregne di convinzione che agiva come sfogo di frustrazione e fastidio, ma finché riuscivano a veicolare la sua volontà di servire la Trama al meglio delle sue capacità già superiori alla media andava tutto bene.
«Se sono qui è perché voglio guadagnarmi il mio posto nella società mirando al punto più alto che possa vedere» aggiunse «ma suppongo che per lei le sole parole non bastino, o avremmo solo parlato. Le chiedo di darmi modo di dimostrarlo, allora».

SPECCHIETTO

Energia: 100/100
Salute: 100/100
Slot Capacità: 0/2
Equipaggiamento: Bastone Arcano (Arma da Fuoco Magica)

Capacità Utilizzate: //
Generatori Utilizzati: //
Tecniche Utilizzate: //

Note: Ti chiedo scusa per il ritardo mostruoso, le vacanze e diversi obblighi "IRL" mi hanno tenuto fuori dai giochi per un bel po'. Venendo a noi, il ricordo che Valadhiel è costretta a rivivere è abbastanza semplice e lineare (anche per ragioni di BG, non essendoci di mezzo tragedie in famiglia, violenze subite ed altri tipi di traumi): Anira, compagna di studi di Val, fa sfoggio di un bigottismo di cui lei fino a quel momento era inconsapevole. Figuriamoci, aveva una cotta per lei e credeva fosse quasi ricambiata (un giorno approfondirò anche questo) e da quel giorno le cose tra le due si sono incrinate di parecchio senza che la rossa potesse sospettare dei sentimenti della bionda. Per il resto non succede molto altro, Valadhiel subisce la malia in pieno e, seppur desiderosa di chiedere a Xander per quale ragione abbia infierito tanto su qualcosa di così intimo, fa di tutto per trasformare quell'irritazione in ulteriore combustibile per la sua determinazione. Dallo scritto che non esce dal suo punto di vista non si capisce molto, ma "da fuori" si nota molto che è agitata, respira più spesso ed in generale ha un aspetto molto più "coinvolto" rispetto a com'è arrivata.
Piccola postilla sul racconto citato: Il Mare e la Montagna è una storia elfica di carattere epico da me inventata in cui tra i tanti personaggi sono presenti due amanti che vengono punite per i loro "peccati" dopo essersi date alla macchia per un breve periodo. Non è nulla di "potenzialmente sovversivo", anzi, perciò ho ritenuto opportuno che qualche suo passaggio potesse essere letto in accademia anche per ragioni di indottrinamento.
 
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view post Posted on 2/2/2020, 11:55
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Sbadigliò. Lentamente, cercando di mostrare il proprio disinteresse alla causa, cercando di coinvolgere l'elfa in quello stupido teatro di momenti congelati nel tempo dell'inutilità. Le conoscenze, le abilità, la forza... Xander non aveva mai sopportato che l'Aureo si fondasse su quei principi; affatto, il guardiano - assai diverso dagli altri - cercava nei nuovi arrivati il carattere. Poco importava se avesse di fronte a lui il più abile dei combattenti o il più saggio degli studiosi, poiché il suo unico interesse era forgiare la fazione che lo aveva accolto, trasformarla nell'èlite che aveva sempre desiderato creare. Perle uniche, inimitabili, soggetti sfrontati e impossibili da manipolare. Cercava degli eroi.
Poco interessante, ai suoi occhi, quindi, era il racconto di Valadhiel, poiché non è nella forza che auspicava la perfezione. Al contrario, la lama aurea ricercava la defezione, l'imperfezione, la mancanza di qualcosa. Ricercava l'assenza di controllo, la perdita di percezione, il vuoto. Da lì, aveva sempre pensato - e il tempo e le esperienze glielo avevano confermato - di poter dare vita a qualcosa di grandioso, di magistrale. Solo coloro che erano in grado di soffrire il distacco lo avrebbero sanato.
L'elfo lo sapeva meglio di tutti quanti. Fece qualche passo in avanti, fino a poter sentire l'odore dell'ospite.
« Duan è solo un manipolo di stolti. » disse, con tono sicuro e sprezzante. « E tu non mi sembri tanto diversa. »
Avesse potuto, le avrebbe lanciato un'occhiataccia dall'alto al basso. Si limitò a guardarla in cagnesco.
« Non mi deluderai, dici? Stronzate.
Non abbiamo bisogno di persone che "non ci deludano". Quello di cui abbiamo ho bisogno è di persone che mi stupiscano. Come credi di potermi stupire, se nemmeno sopporti il peso della tua natura?
»
La Lama avrebbe fatto di tutto per penetrare all'interno della corazza di Valadhiel. Avrebbe affilato le proprie lame per distruggerla, per spaccarla in mille piccoli pezzi. E lì, solo lì avrebbe conosciuto la vera Valadhiel.
Solo in quel momento avrebbe potuto capire se l'elfa fosse stata in grado di rialzarsi.
« Non mi deluderai, eh? » si voltò, infastidito, distanziandosi di una decina di passi dalla ragazza. « Al diavolo le tue erbe del cazzo e le storie che ti hanno raccontato. Questo continente non ascolta la verità da millenni. »
Sfilò dalla cintura una daga, impugnandola con la destra. Ancora una volta, Xander sembrava recitare un copione, quasi sapesse, al cento per cento, di avere ragione. L'elfa non lo avrebbe mai colpito, lo avrebbe deluso. Si sarebbe rotta senza poter fare nulla.
« Forza, Valadhiel.
Rialzati.
»



CITAZIONE
QM Point.
E sia, Xander ti invita a farti sotto.
Le parole della Lama Aurea, oltre che chiaramente appartenenti a un figlio di puttana, ti appaiono - e questa puoi considerarla alla stregua di una sorta di malia psionica - più "taglienti" di quanto già siano; è come se penetrassero all'interno della tua anima e che fossero praticamente impossibili da ignorare.
Perdona il ritardo immenso.
Buon lavoro!
 
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view post Posted on 14/2/2020, 22:47
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Valadhiel osservò Xander emettere un lungo sbadiglio provocatorio ma, per quanto percepì ad un livello somatico la sua indifferenza, l'elfa si costrinse a non scomporsi più di quanto non avesse già fatto. L'altro si trovava di fronte a lei per valutarla, e per quanto avesse commesso nei suoi confronti una violenza che mai avrebbe immaginato, mostrare anche l'ombra di un cedimento poteva significare perdere l'occasione di varcare il filtro che egli rappresentava e doversene tornare a Duan come una sconfitta. Il pensiero di deludere se stessa e tutti coloro che credevano in lei era tanto duro da sopportare quanto rinvigorente se usato come corazza contro il male e non come pugnale da scagliare contro se stessa in inconcludenti autocommiserazioni. Finché era consapevole di ciò non doveva temere ingiuria alcuna, dopotutto non era stata lei ad elevarsi sopra gli altri, ma vi ci era stata posta da coloro che la circondavano. Non potevano essere tutti folli. Impassibile, scrutò l'incedere di Xander verso di lei ed attese la prossima prova a cui l'avrebbe sottoposta. L'unica arma con cui avrebbe potuto ferirla l'aveva già brandita, ed ora Valadhiel sapeva che uno dei poteri dell'elfo risiedeva nelle arti illusorie. Non aveva paura, d'altronde Xander l'aveva già colpita dove faceva più male; così Val si limitò a rimanere immobile senza smettere di far scontrare il proprio sguardo con quello di lui. Le parole che vennero pronunciate nell'immediato successivo dall'elfo, tuttavia, riuscirono a sorprenderla a tal punto che Valadhiel percepì la contrazione dei propri muscoli facciali e si sentì oltremodo irritata. Come si permetteva di parlare in quel modo degli studiosi che le avevano insegnato gran parte delle cose che sapeva, no, di insultare una città intera come se non fosse altro che un manipolo di ubriachi impegnati a cantarsi le storie meno plausibili che ci potessero essere? Lei ci era cresciuta, a Duan, ed era chi era anche perché figlia di quel contesto. Faceva male ascoltarlo, e Xander doveva saperlo. Eppure, non la stava guardando con scherno, quanto piuttosto con rabbia. Era strano, se il suo intento era solo quello di farla sentire a disagio si sarebbe limitato a riderle in faccia o a mostrarsi annoiato piuttosto che adirato. Forse ci credeva davvero in quelle parole, ma perché? Era davvero così? Per un elfo della Trama Duan valeva davvero così poco? La sua mente era dilaniata; da una parte aveva le esperienze, gli insegnamenti e i successi, ed ognuna di queste cose emanava tutt'altro che stoltezza; dall'altro vi era l'Intreccio che rappresentava l'ignoto, il luogo a cui anelava che, per bocca di un suo messaggero, la denigrava. Ma ciò era profondamente stupido. Perché accogliere la buona volontà e l'ambizione con sprezzo? A cosa poteva portare far sentire così piccoli i nuovi arrivati? Forse il motivo era distruggere ogni loro preconcetto, fargli capire che mettendo piede nell'Intreccio avrebbero partecipato ad una tale grandezza che anche il più dotto di Duan sarebbe apparso come una formica. Aveva quasi senso, dopotutto, ma c'era modo e modo di dire le cose. Ciò che asserì dopo, però, le rese assai difficile cercare di comprendere i meccanismi mentali che lo spingevano a sputare simili dosi di veleno. Un conto era sapere che lui fosse al corrente della rievocazione del suo ricordo, un altro era sentirlo parlare di esso. La sua natura. Da qualche parte, qualcosa si incrinò pericolosamente, o forse non si trattava che di un processo naturale come l'erosione degli scogli ad opera del mare. Era il suo cuore? La sua anima? Qualunque fosse la natura di quella cosa, Valadhiel ne percepì la microscopica rottura come se qualcosa si fosse mosso dentro di lei, facendola rabbrividire di colpo. Era un altro giochetto di Xander? No, non lo era, perché Xander aveva un modo abbastanza suo di provocare reazioni negli altri, e questo era ritorcere le esperienze che li costituivano contro di loro. Creare dolore dal nulla non avrebbe avuto senso, non quando lui voleva porla di fronte alla sua presunta inadeguatezza. Superarla, suppose, era l'unico modo che aveva per stupirlo. Egli desiderava che si spogliasse di tutto ciò che la rappresentava, e se non l'avesse fatto si sarebbe occupato personalmente di strapparle ogni pezzo della sua armatura, incurante di quanto questo sarebbe stato doloroso per lei. Perché lei non era nient'altro che una ragazza bramosa di conoscenza che aveva avuto l'ardire di raggiungere i più gloriosi tra gli elfi di Atea. Questo era Valadhiel, e quando Xander le diede le spalle e si allontanò sentì un vuoto enorme invaderla e crescere a dismisura fino a soffocarla. Poi l'elfo nominò la "verità" che il continente aveva da millenni repulso, e qualcos'altro contaminò il vuoto.
«Dimmela»
Appena una pulsazione. Era come un cuore, ma un cuore Valadhiel lo aveva già. No, non era un cuore, rassomigliava più ad un muscolo così teso da non poter essere spostato in alcun modo dall'esterno, un nucleo contratto ed enormemente duro. Eppure si mosse, sebbene per un istante, e da esso vibrò un'energia che la ragazza non aveva mai compreso fino in fondo né esperito con una frequenza tale da portarla ad interrogarsi sulla sua natura. Avrebbe potuto avere il nome di "odio", ma sarebbe stato troppo generico e fraintendibile; no, questa forza era una "macchia". Una traccia che non ci sarebbe dovuta essere, qualcosa di fuori posto che emergeva priva di grazia e si rifletteva nei suoi occhi chiarissimi, ora non più vacui ma ardenti di un fuoco sinistro. C'era dell'interesse più simile all'ossessione che alla passione, un immenso desiderio di possedere senza amare. Ma Valadhiel non riuscì a scostare il velo che occultava la verità del suo animo, ed un istante dopo il lampo nel suo sguardo si spense con la medesima rapidità che l'aveva visto baluginare. Era stato un cattivo pensiero? Sì, era stato come con Anira quella volta, tanto dolce nel provarlo quanto amaro nel momento in cui la ragione aveva prevalso sulle emozioni. Ma se Xander diceva il vero - se davvero quello che le era stato raccontato dagli accademici non aveva valore - allora Valadhiel aveva bisogno di saperlo. Tuttavia questo era il momento peggiore per riflettere sullo strano moto provato o sulla veridicità delle affermazioni dell'elfo, il quale le mostrò la punta della propria daga ed aggiunse parole fin troppo eloquenti che le fecero capire al volo cosa sarebbe successo da lì a breve. Se prima di quel momento aveva misurato la sua volontà, ora Xander le chiedeva di dimostrargli quanto nei fatti potesse essere coerente con le sue dichiarazioni, e per quanto Valadhiel si aspettasse di dover lottare non riuscì ad evitare di percepire qualcosa di simile alla preoccupazione farsi largo lungo ogni centimetro della sua pelle. Lui era un guerriero e lei non aveva combattuto nemmeno una volta per la propria vita o quella di qualcun altro. In nessun caso avrebbe potuto vincere, ma questo non significava assolutamente nulla. Avrebbe lottato con le unghie e con i denti anche solo per restare sulle sue gambe.
«Io voglio ascoltare la verità, e mi batterò in nome di quanto mi è stato insegnato in quel "covo di stolti"».
Lo avvertì prima di volgergli contro il bastone con un gesto morbido ma deciso, quel genere di movimento che aveva compiuto decine e decine di volte prima di intraprendere la scalata dell'Intreccio. Un tremore scosse entrambe le braccia impegnate a puntare l'arma contro Xander, ma non doveva lasciare che la tensione avesse la meglio su di lei. Doveva, invece, entrare in sintonia con l'Etere, lasciarlo scorrere dentro di lei e fluire attorno al suo corpo, pronto per essere utilizzato come avrebbe preferito. La presa di Val sul bastone si fece più salda, ma decise che non l'avrebbe utilizzato subito. Prima doveva cercare in qualche modo di ghermire il suo esaminatore, ingabbiarlo con il proprio potere e rendere ogni suo sforzo molto più difficoltoso come se avesse delle zavorre invisibili addosso. E così fece, cercando di esercitare sull'elfo un'influenza mentale atta unicamente a rendere più difficile ogni suo tentativo di soverchiarla. Ma un simile trucchetto non sarebbe bastato, ancor più tenendo conto che Xander doveva essere nel pieno delle proprie forze, e per questo motivo l'elfa manipolò l'Etere affinché prendesse la forma di svariate rune attorno alla caviglia destra dell'avversario con l'intento di paralizzarla. Del resto, la combinazione di corpo minuto ed arma leggera lasciava presagire uno stile di combattimento improntato sul cogliere di sorpresa il nemico attraverso la rapidità, perciò inibire quella che poteva essere la più grande dote di Xander le sembrava imperativo. Se tutto fosse andato come pianificato avrebbe potuto cercare di sparare una scheggia di energia magica mirando al suo addome, ma quella daga non gli piaceva. Un combattente come lui non avrebbe faticato affatto a deflettere un proiettile magico debole come il suo, pertanto quell'arma andava rimossa. Ancora una volta entrò in comunione con l'Etere, solo che ora non voleva trattenere, bensì corrodere, ed indirizzandolo contro la daga dell'elfo espresse la volontà di deteriorarla fino a renderla inutilizzabile in combattimento. Solo ora avrebbe sfruttato il bastone, solo ora che era più sicura di poterlo raggiungere. Le fu sufficiente una manciata di secondi per connettere la magia che la permeava come un manto invisibile ai legni intrecciati che reggeva con entrambe le mani e farla fluire attraverso la materia lignea fino a raggiungere le punte, coagularsi ed assumere la forma di un dardo dalla colorazione violacea. La breve ed intensa concentrazione mutò all'improvviso in ferma decisione, e tanto bastò affinché l'energia arcana si staccasse dalla verga dirigendosi ad alta velocità contro il petto dell'elfo. Tuttavia, quel colpo non avrebbe ferito la carne di Xander. No, Valadhiel aveva fatto sì che la magia scaturita dal bastone non potesse in alcun modo sfregiare il corpo, quanto piuttosto ridurre le forze andando a colpire l'essenza dell'altro qualora fosse andata a segno. In uno scontro rapido e diretto non avrebbe mai avuto la meglio, ma logorandolo, forse, sarebbe riuscita a dimostrarsi una degna avversaria. Del resto, questo era tutto ciò a cui poteva ambire contro di lui.

SPECCHIETTO

Energia: 80/100
Salute: 100/100
Slot Capacità: 2/3
Equipaggiamento: Bastone Arcano (Arma da Fuoco Magica)
Bastone Arcano: Al termine dei suoi studi presso l'Accademia Magica di Duan Val ricevette in dono un bastone costruito tramite l'intreccio di due legni estremamente sensibili all'Etere. Il primo, scuro e resistente, rappresenta la tempra dello spirito e l'assertività della parola, qualità indispensabili per chi desidera fare della conoscenza il cammino della propria vita. Tuttavia, la durezza può anche tradursi in stupidità quando lo studioso non trova nell'errore lo strumento per cambiare approccio verso la realtà, ed è per questo che il secondo legno, chiaro come l'avorio, è più duttile. Esso incarna l'importanza della crescita, evoluzione che si fonda sull'accettazione dello sbaglio e non dalla cieca fuga da esso. Questo bastone non è tuttavia un semplice orpello, ma un'arma. Nelle mani di un mago può essere utilizzato per richiamare schegge di energia arcana dalla sua punta contro qualunque avversario od oggetto venga presa di mira.

Capacità Utilizzate: Aura debilitante, Colpo sfiancante
Aura debilitante: Il debilitatore emette un’influenza mentale che amplifica gli sforzi dei suoi nemici. Un nemico sotto l'effetto di questa malia soffrirà più facilmente di affaticamento dovuto a ingenti consumi di energia o alla gravità delle sue ferite.
Colpo sfiancante: La prossima azione semplice del debilitatore volta a far danno, invece di danneggiare la salute danneggerà il suo corrispettivo in energia non lasciando alcuna ferita sul corpo dell'avversario (quindi un danno di entità media sottrarrà invece il 10% di energie).

Generatori Utilizzati: Tirannia, Sabotaggio
Tirannia: Una volta per turno, se il debilitatore attiva o un avversario è sotto l’effetto di una tecnica di paralisi, ottiene uno slot capacità.
Sabotaggio: Una volta per turno, se il debilitatore attiva o un avversario possiede un equipaggiamento reso inutilizzabile da una tecnica di disarmo, ottiene uno slot capacità.

Tecniche Utilizzate: Glifo paralizzante, Corrosione indotta
Glifo paralizzante: Paralisi. Il debilitatore sprigiona un'emanazione di etere corrotto, che se colpirà l'avversario andrà a formare glifi magici attorno al bersaglio. Questi simboli magici rallenteranno o fermeranno completamente i movimenti dell'avversario in proporzione al costo speso, tuttavia non faranno mai danno. La tecnica svanirà solo quando contrastata. [Consumo medio, potenza media]
Corrosione indotta: Disarmo. Il debilitatore lancia un’emanazione magica di potenza magica che se non contrastata si avviluppa attorno ad un equipaggiamento, consumandolo sino al renderlo inutilizzabile. [Consumo medio, potenza media, un pezzo d’equipaggiamento]

Note: L'offensiva di Valadhiel si apre con l'utilizzo della capacità Aura debilitante e prosegue con un Glifo paralizzante diretto alla caviglia destra di Xander. Questo attiva il generatore Tirannia e Valadhiel ottiene uno Slot Capacità in più. Dopo aver cercato di bloccare Xander Valadhiel ne approfitta per tentare di rendere inutilizzabile la sua daga utilizzando Corrosione indotta ed ottiene un secondo Slot Capacità extra grazie a Sabotaggio. Infine utilizza il bastone per colpire Xander al petto con un dardo arcano (azione semplice) sfruttando la capacità Colpo sfiancante.

p.s.: Nel post precedente avevo scritto "Slot Capacità: 0/2", evidente errore in quanto gli Slot "naturali" non si accumulano, ma si ripristinano.
 
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view post Posted on 21/3/2020, 21:32
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Lo sentì, riuscì ad assaporarlo.
L'ardore di chi vuole qualcosa a ogni costo, quella calore che pervade tutte le razze del continente da millenni, che li spinge in imprese eroiche e li proclama salvatori del mondo.
Quella voglia di sicurezza che Xander aveva visto così tante volte sfociare in estasianti risultati. Ma che altrettante volte aveva visto appassire in vortici di disperazione e sconforto. Credere di valere qualcosa ti rende un sognatore, ma parlare di un sogno non lo rende realtà. La Lama Aurea si era scontrata con questo ideale più volte nella sua vita e ogni volta le situazioni e le persone non avevano fatto che confermarne le fondamenta.
Per diventare qualcuno - e lui lo sapeva fin troppo bene - non basta essere "speciali". Non basta credere in qualcosa o avere la volontà di inseguire il proprio sogno. Bisogna crearsi da zero, bisogna plasmare le proprie ambizioni e le proprie virtù e trasformarle in affilati coltelli in grado di penetrare anche le più resistenti delle armature.
E, più di ogni altra cosa, sapeva che l'unica persona sulla quale si può sempre contare è la propria.
Davanti agli occhi passò la sua intera storia di combattente, le sconfitte subite, il sudore versato. In un secondo riuscì a scorgere ciò che era stato costretto a essere per diventare ciò cui aspirava. Si era creato da solo e di ciò - e forse solo di questo - era molto fiero.
Avvertì la caviglia destra intorpidirsi, costretta da un tipo di magia che aveva visto molto spesso. L'elfa sua interlocutrice avrebbe fatto di tutto pur di percorrere le scale che la separavano dal suo sogno. Ma ne aveva le capacità?
La daga di Xander fu scagliata via, lontana dal corpo ora incapacitato dell'elfo.
« Pensi davvero di essere così furba? Pensi che abbia bisogno di correre o di un pezzo di metallo per fermarti? » l'elfa già si preparava alla prossima offensiva, sfruttando il potere del suo bastone per lanciare un dardo d'energia verso la Lama. « Beh... non è così. »
Al guardiano bastò posizionare la propria mano davanti al luogo dell'impatto per fare sì che l'energia che creava il colpo si deteriorasse fino a sparire nello stesso nulla dal quale era stata originata.
« Elfa impudente. »
Alzò la sinistra al cielo, per poi scaturire due anelli elettrici che si sarebbero diretti verso il corpo dell'elfa in pochi secondi.




Xander
tecnicismi



Energia: ??%
Salute: 100%


le carte di una Lama Aurea
capacità in uso



Il Guardiano può contrastare eventuali attacchi fisici di origine magica con la propria mano destra. Vale solo per offensive non tecnica.

Il Guardiano può instillare con le proprie parole un senso di timore atto a paralizzare l'avversario.

l'anima di una Lama Aurea
generatori attivati



Quando il Guardiano è sotto effetto di Paralisi, ottiene uno slot capacità.

la forza di una Lama Aurea
tecniche attivate



Il Guardiano può creare degli anelli d'elettricità che può scagliare verso il proprio avversario. x2 (Utilizzata a Medio e ad Alto) Tecnica concreta.

la storia di una Lama Aurea
riassunto



La situazione è molto semplice: Xander si becca entrambe le tecniche, parando poi il tuo attacco fisico con la propria mano (avvalorata da una capacità non regolamentare). Come risposta, carica le sue ultime parola con la seconda capacità che altro non è che una malia psionica atta a spaventarti e a "paralizzarti" sul posto. Lancia infine due cerchi d'elettricità, uno a consumo Medio e uno a consumo Alto, uno dopo l'altro.
Non conosci lo stato attuale d'energia del tuo avversario. Tuttavia, ciò che potresti notare (dipende dalle tue risposte alla tecnica e dal tuo buon senso e sportività) è che Xander sembra sospirare dopo aver lanciato le tecniche. Un sospiro di stanchezza, si direbbe.
Nulla di urgente da farti notare. Ancora scusa per il ritardo.
Continuiamo!
 
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view post Posted on 19/4/2020, 12:59
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Il dardo abbandonò in fretta il vertice dei legni intrecciati che costituivano il suo bastone, saettando sibilante contro il suo esaminatore come un'estensione del nervosismo e dalla brama che in lei assumevano i connotati di comburente e combustibile, e benché non fosse celere come una freccia e Xander possedesse fuor d'ogni ragionevole dubbio la destrezza necessaria ad evitarne la traiettoria, l'elfa si era premurata di rendergli molto ardua quell'opzione. In quei frammenti di secondo aspettò ansiosa il risultato della sua tattica, ma quando anche l'ultimo, immaginario rintocco che scandiva l'attesa suonò, qualcosa di simile ad un singulto dell'animo si fece strada dentro il corpo esile ed allungato di Val, instillandole un tremito. L'elfo l'aveva redarguita poco dopo essere stato disarmato, ma in quelle parole dure e derisorie la giovane aveva sperato di intravedere i medesimi costrutti dialogici che portavano i maestri ad essere particolarmente severi con gli studenti, acuti od ottusi che fossero, al sol scopo di rafforzarne lo spirito. Non ne vide, dunque, reale amarezza o delusione, quanto piuttosto uno sprone ad attaccarlo con ancor più trasporto costruendo, idea dopo idea, una ragnatela dalle mille diramazioni. Voleva, e realizzò con un brivido queste esatte parole, che straripasse ed inondasse il pavimento, la scalinata, il corpo di lui e quello di lei con la somma delle sue esperienze e volontà. Nuove ed ancor più dure parole infiltrarono la sua psiche come sfondagiachi, ed in esse percepì ancora una volta la morsa di qualcosa che andava ben oltre la semplice intimidazione. Dunque era così che combatteva, Xander. Una parte della sua consapevolezza aveva colto l'inganno insito in quel trucco usato per la seconda volta, ma l'altra, quella più suscettibile all'altalenare delle emozioni più forti come paura, rabbia o tristezza, se ne sentì avviluppata ed infine ghermita, travolta verso un abisso come se di colpo il pavimento avesse cessato di essere materiale, lasciandola in balia della forza di gravità. Vide il braccio sinistro di Xander protendere verso l'alto ed illuminarsi mentre oltre le falangi si vergavano circonferenze di scintille, poi un gesto, un suono simile ad un ronzio di vespe e l'impatto.
Il primo anello, in qualche modo, Val riuscì a farlo infrangere contro una barriera di energia eterica condensata all'ultimo istante, un riflesso condizionato che alla vista del pericolo imminente la liberò dalla pulsione scaturita dalle parole di Xander. Il secondo, invece, la colpì in pieno.
L'elettricità invase tessuto, pelle, muscoli e nervi, rinchiudendo ogni particella del suo essere pensante e sensoriale in un unico grumo di sofferenza, come se fosse stata afferrata e stretta finché non fossero schizzate fuori masse indistinte di sangue e carne maciullata. Si sentì cadere, provare a spostare il suo peso sulla verga e, fallendo, cadere di schiena, i denti che sfrigolavano, la mascella serrata, il torace lancinante e le braccia prive di forza come quelle di un burattino senza fili. In quel momento le parve che la scalinata spiraliforme fosse più lontana e che, nella sua irraggiungibilità, le stesse quasi negando l'accesso nell'Intreccio.
«N… on… co… ra… no… n… anc… ora… nder…»
Fu quasi come annaspare fuori dall'acqua, respirare sempre con maggiore fatica e provare a mettere insieme le lettere che formavano parole che, a loro volta, assemblavano frasi. Qualunque movimento della glottide era fonte di dolore che si autoalimentava ogni qualvolta, involontariamente, biasciava lamenti vocalici e, sussultando, avvertiva fitte spandersi dalla cassa toracica fino ai polmoni. I muscoli degli arti erano come paralizzati, incapaci di rispondere a qualunque comando imposto loro dal cervello, arenati come bestie marine in cimiteri di sabbia. Avvertì i pensieri susseguirsi rapidi come stormi di uccelli, indefinibili nella loro moltitudine e velocità; qualche volta riusciva ad adocchiarne uno e scorgerne sfumature di ribrezzo, frustrazione ed annientamento ma, fugaci com'erano, non tardavano a lasciar spazio a nuove onde di tormento. Opalescenze di nero, rubino e avorio serpeggiavano e si intrecciavano come invisibili correnti nella sua testa, strisce di dolore acuto, flutti rabbiosi e nembi tumultuosi carichi di pulsioni indecifrabili che risaccavano da chissà quali abissi dell'inconscio.
«Non anc… ra… non ancora… Xander…»
Dovette cercare l'energia nell'adrenalina e nel suo stesso desiderio e spingere, e stringere, e tendere ora i muscoli, ora i denti, ora le articolazioni, muovendo con gesti nevrotici le mani alla ricerca del bastone e, rizzandolo, far salire le dita sopra di esso a colpi di strette come nell'atto di scalare una montagna, ed infine emettendo un verso stremato, risollevare caviglie, cosce, busto e testa, rizzandosi barcollante, eppure comunque dritta.
«Io…!» ansimò, visibilmente rotta da quel dolore mai provato prima di quel momento «N-ngh… Non t-tornerò indietro, Xander!»
Esalava le parole di pancia, pure concentrazioni di istinti che, come dirette manifestazioni verbali degli spasmi che reggeva a fatica, esplodevano con decisione sibilata a denti stretti e spezzata qua e là dagli effetti di quella manifestazione elementale sul suo sistema respiratorio. La violenza in cui era finita non era mai stata parte del mondo accademico di cui aveva fatto parte, ma oramai era così coinvolta in quella strenua prova di tempra da rispondere alla tensione in modo altrettanto secco e nervoso, trasformando l'analisi lenta e riflessiva di un fenomeno in freddi sezionamenti, forzandosi di tenere il passo con la medesima sveltezza con cui Xander pensava ed agiva. I suoi occhi dovevano rilucere di un bagliore vivo e forse ferale mentre si sosteneva con ancor più energia al suo bastone, cercando invano di mascherare il dolore che le piagava il petto; tentando, tra un tremito e l'altro, di assumere una postura che riflettesse nei fatti le parole ardite che aveva rivolto all'elfo. Versava ormai in uno stato d'animo che trovava inconsciamente triviale irritarsi per l'intrufolarsi di Xander nella sua testa, ora che questi l'aveva colpita con così tanta energia, scaraventandola in un turbinio di sofferenza da cui era sempre stata avulsa, come a mettere in chiaro che secondo la posta in gioco di quella partita, se avesse perso, non ne sarebbe uscita malconcia solo nell'animo.
Non le fu per niente semplice raccogliere le energie e dirigerle, quasi a livello particellare, ove il suo piano di contrattacco prevedeva; la manipolazione dell'Etere era collegata alla volontà ed alla concentrazione, verso le quali il dolore costituiva un contraltare non da poco. Ma arrendersi, questo mai lo avrebbe accettato, mai lo avrebbe concepito, non dopo aver dato occasione ad un altro di conoscere il suo segreto e farle male a quel modo, facendola sentire così come mai si era sentita. Non si era mai saputa così determinata, complice la perenne sensazione di ovatta che la separava dall'infuriare del mondo e della storia, crogiolata in gabbie dorate di conoscenza ed esami che al massimo potevano farle provare il timore di fallirli, di sentirsi stupida. Ma ora stava rivolgendo lo sguardo a qualcosa che andava ben oltre quelle misure confortevoli e nitide, squarciando il cielo di grandezza e spandendo attorno a sé un alone di mistero, potere e realizzazione personale; sentiva, in altre parole, che quella scalata non fosse solo la naturale prosecuzione del suo percorso, ma radicasse in un suo bisogno quasi somatico tale che cercò, infine, un piacere distorto non tanto nel dolore in sé, quanto piuttosto nel fatto che lo avesse provato, quasi fosse un ennesimo esame, un battere il ferro nella fucina per renderlo adatto alla guerra.
Cercò di imprimere quelle esatte sensazioni nell'Etere che andava via via formandosi in svariate materializzazioni filiformi che si intrecciavano tra loro, dando forma ad una sfera grande quanto due mani congiunte dello stesso colore del carbone. La maggiore difficoltà fu separare la mancina dalla verga per creare e scagliare il globo di energia debilitante verso il busto di Xander con un colpo secco del palmo, ritrovandosi a doversi sostenere con la forza di un solo braccio. Eppure, non sarebbe stato sufficiente nemmeno quello, doveva spingersi oltre, doveva dare il suo meglio, fosse anche caduta di nuovo. Facendo leva sulle gambe, afferrò con ambo le mani la verga e la puntò nuovamente contro l'elfo a mo' di balestra, imbevendo il dardo magico che avrebbe susseguentemente sparato della medesima energia spossante con cui aveva cercato di colpirlo prima che lo bloccasse col mero ausilio della mano, e mirando questa volta alla gamba paralizzata. Che si fosse difeso o meno, Valadhiel avrebbe cercato subito dopo di manifestare ancora una volta un'aura debilitante che, ghermendolo, gli avrebbe reso ancor più arduo controbattere a quel fievole tentativo di mostrarsi degna dell'Intreccio.

SPECCHIETTO

Energia: 60/100
Salute: 80/100
Slot Capacità: 2/4
Equipaggiamento: Bastone Arcano (Arma da Fuoco Magica)
Bastone Arcano: Al termine dei suoi studi presso l'Accademia Magica di Duan Val ricevette in dono un bastone costruito tramite l'intreccio di due legni estremamente sensibili all'Etere. Il primo, scuro e resistente, rappresenta la tempra dello spirito e l'assertività della parola, qualità indispensabili per chi desidera fare della conoscenza il cammino della propria vita. Tuttavia, la durezza può anche tradursi in stupidità quando lo studioso non trova nell'errore lo strumento per cambiare approccio verso la realtà, ed è per questo che il secondo legno, chiaro come l'avorio, è più duttile. Esso incarna l'importanza della crescita, evoluzione che si fonda sull'accettazione dello sbaglio e non dalla cieca fuga da esso. Questo bastone non è tuttavia un semplice orpello, ma un'arma. Nelle mani di un mago può essere utilizzato per richiamare schegge di energia arcana dalla sua punta contro qualunque avversario od oggetto venga presa di mira.

Capacità Utilizzate: Colpo sfiancante, Aura debilitante
Colpo sfiancante: La prossima azione semplice del debilitatore volta a far danno, invece di danneggiare la salute danneggerà il suo corrispettivo in energia non lasciando alcuna ferita sul corpo dell'avversario (quindi un danno di entità media sottrarrà invece il 10% di energie).
Aura debilitante: Il debilitatore emette un’influenza mentale che amplifica gli sforzi dei suoi nemici. Un nemico sotto l'effetto di questa malia soffrirà più facilmente di affaticamento dovuto a ingenti consumi di energia o alla gravità delle sue ferite.

Generatori Utilizzati: Entropia, Tirannia, Sabotaggio
Entropia: Una volta per turno, se il debilitatore attiva o un avversario è sotto l’effetto di una tecnica di depotenziamento, ottiene uno slot capacità.
Tirannia: Una volta per turno, se il debilitatore attiva o un avversario è sotto l’effetto di una tecnica di paralisi, ottiene uno slot capacità.
Sabotaggio: Una volta per turno, se il debilitatore attiva o un avversario possiede un equipaggiamento reso inutilizzabile da una tecnica di disarmo, ottiene uno slot capacità.

Tecniche Utilizzate: Pergamena protettiva, Glifo debilitante
Pergamena protettiva: Pergamena protettiva: Val manipola l'etere per formare attorno a sé un guscio semitrasparente che arresta qualunque attacco fisico di potenza moderata. [Consumo medio, potenza media]
Glifo debilitante: Depotenziamento. Il debilitatore scaglia una maledizione all'avversario attraverso un globo di etere corrotto, che se andrà a segno priverà l'avversario di un numero di slot capacità proporzionale al consumo speso. [Consumo medio, due slot capacità per due turni]

Note: Chiedo innanzitutto vena per l'ennesimo ritardo, non sto per niente facendo il mio per portare avanti in tempi celeri l'arrivo e mi dispiace davvero.
Quanto alle azioni, ho pensato che la capacità psionica di Xander perda il suo effetto a causa dell'istinto di sopravvivenza dell'elfa nel vedere gli anelli di elettricità arrivarle addosso, permettendole di difendersi mediante l'abilità della Pergamena protettiva. La prima tecnica viene schermata con successo (medio contro medio), la seconda invece colpisce Valadhiel in pieno petto, tramortendola. Non so se sono stato eccessivo nella descrizione degli effetti del colpo, ma tenendo in considerazione che l'elfa non è abituata a provare dolore, ho voluto evitare di farla rialzare come se fosse poca cosa. Reagisce quindi scagliando prima un Glifo debilitante verso il busto di Xander e dopo un dardo magico (azione semplice) infuso della capacità Colpo sfiancante diretto alla gamba paralizzata. Infine, utilizza Aura debilitante con l'obiettivo di affaticarlo ulteriormente.
 
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view post Posted on 26/4/2020, 20:15
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Non tornerò indietro.
Lo aveva sentito, le parole dell'elfa erano state più che chiare ed erano state in grado di raggiungere il suo cuore, rievocando memorie che credeva di aver sotterrato con l'apatico stato di incoscienza che stava caratterizzando il suo corpo e le sue giornate da ormai mesi. Parole semplici, ma con il potere di mille lame. Parole che lo avevano riportato al proprio ingresso, ai momenti in cui aveva finalmente scelto sé stesso prima degli altri, eliminando ogni rapporto con un passato che lo aveva solo affossato per anni.
Forza di volontà, ecco cosa comunicavano quelle parole. Una forza di volontà ferrea che può portarti, insieme alla forza e all'abilità, ovunque. Può renderti un guerriero straordinario, un assassino infallibile, un incredibile stregone. Può renderti, più di ogni altra cosa, ciò che vuoi essere.
Ciò che Xander non credeva, tuttavia, era che l'elfa potesse davvero resistere a un mondo come quello in cui si apprestava a entrare. Un mondo ben diverso da quello del suo villaggio, dagli insegnamenti e dalle lezioni, dalla libertà di non essere nessuno e di non appartenere ad alcuna responsabilità. Un mondo duro, senz'altro. Pericoloso, avido, oscuro, insidioso.
La Lama Aurea sbuffò di fatica quando il proiettile d'energia lo raggiunse, prosciugando le sue energie. Si era rialzata a fatica dall'attacco del guardiano, ma lo aveva fatto. Lo aveva fatto e aveva reso chiaro il proprio messaggio: non tornerò indietro. Una tenacia incredibile, pensò la Lama. Ma quello non bastava. Non era abbastanza.
Agli occhi di Xander, probabilmente, non sarebbe bastato mai nulla.
« Te l'ho detto. » lanciò uno sguardo terrificante all'elfa. « Non ho intenzione di lasciare passare una come te. »
In pochi secondi il braccio sinistro del guardiano si caricò di energia, per poi esplodere in una cannonata velocissima che avrebbe attraversato silente il pavimento alla sua destra fino a raggiungere le spalle di Valadhiel per cogliera alla sprovvista.

Da lontano, Clelia Felaiden osservava la scena, stupita e un po' spaventata. Realizzò solo in quel momento che Xander aveva perso il controllo e che il suo intento non era affatto quello di testare la nuova arrivata.
Doveva intervenire.




Xander
tecnicismi



Energia: ??%
Salute: 100%


le carte di una Lama Aurea
capacità in uso



--

l'anima di una Lama Aurea
generatori attivati



--

la forza di una Lama Aurea
tecniche attivate



Il Guardiano può, tramite una malia psionica, impedire all'avversario di utilizzare il senso della vista. Il bersaglio diventerà infatti temporaneamente cieco ai movimenti dell'utilizzatore. Fattura. Consumo Alto.

Il Guardiano carica la propria energia all'interno del braccio destro e gli è possibile lanciare quest'energia e controllarla, come una cannonata. Tecnica concreta. Consumo Alto. Può essere difesa con un consumo Medio, ma infligge danni pari a un Critico.

la storia di una Lama Aurea
riassunto



Continuiamo.
Xander incassa entrambi i tuoi colpi, quindi non può utilizzare capacità poiché avrebbe anche in questo turno due slot. Lo vedi praticamente sfiancato e sembra caricare l'intera energia che ha in questa ultima strategia. Utilizza una fattura per debilitarti completamente la vista e poi lancia questa carica di energia che dirotta verso le tue spalle, così da coglierti impreparato.
Per qualsiasi cosa, sai dove trovarmi.
 
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view post Posted on 13/5/2020, 20:44
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Valadhiel era pervasa dalla sofferenza.
Si sentiva, in quello stato, come se fosse in una comunione empia e distorta con la natura, come se l'esser così piagata dal dolore l'avesse ridotta alla stregua delle bestie, assorta in una trance d'insofferenza e frenesia. Eppure, in quei frangenti così concitati, vi fu qualcosa di così chiaro e nitido che Valadhiel non mancò di notarlo, poiché ricordatole dal proprio respiro che le sembrava le mandasse a fuoco i polmoni. In quella bizzarra corrispondenza di eventi, Xander mostrò per la prima volta il segno di un cedimento non indifferente, manifestando un investimento di forze che le sue parole sino a quel momento non avevano mai seguito di pari passo. In quel preciso istante, Valadhiel capì con certezza adamantina che quell'elfo così minuto non era più che un custode, un guardiano che doveva essere capitato lì perché il suo talento coincideva con il giudizio piuttosto che con la mera attitudine alla lotta. La sola idea che le loro forze coincidessero si manifestò in una stilla di esaltazione, un lampo nel suo sguardo, un maggior sprone a tener ben salde le gambe su di una realtà che sapeva essere sempre di più alla sua portata. Doveva solo tenere duro.
Ma Xander preferì mentirle ancora, cercando di scoraggiarla attraverso le sue parole, eppure non riuscendo nemmeno a farle sentire quella sensazione d'inadeguatezza che prima, nell'udirle, l'aveva ghermita. Era stata la sua convinzione a renderla refrattaria ad esse? Era stato il suo potere? O, forse, l'aveva indebolito a tal punto da rendergli molto difficile esercitare la medesima influenza con cui prima aveva tentato di schiacciarla? Si sentì inorgoglita, a tratti superba, e nondimeno bastò una frazione di secondo ad incidere una crepa nel nugolo dei suoi pensieri, lasciando che potessero impregnarsi di qualcos'altro che li purificasse, liberandoli dallo stagnamento viziato e vizioso che il dover combattere ed il dover resistere comportavano. Perché stavano ancora scontrandosi? A stento si reggeva in piedi; necessitava di cure, o avrebbe rischiato di vedere la sua ferita aggravarsi o infettarsi, ed erano entrambi provati: a qual pro continuare a lottare con violenza crescente di minuto in minuto? Persino questo faceva parte dell'ordalia? Fosse anche stato così, ci fu un lampo nello sguardo di Xander che non le piacque, una luce su cui riuscì a concentrarsi solo dopo aver fatto scemare quel calore interiore che l'aveva avvampata tra uno scambio di colpi e l'altro.
Possibile che non le avrebbe concesso di passare?
Valadhiel era incapace di comprendere cosa stesse vorticando nella testa dell'elfo affinché riuscisse ad intuire quel preciso gesto che l'avrebbe saputo stupire come pretendeva, ed ancor prima che potesse, fissandolo, avvicinarsi ad una possibile risposta, tutto divenne nero.
La subitaneità di quanto era appena avvenuto la disorientò, rischiando di farle perdere l'equilibrio se non fosse stato per un ancoraggio fortuito al bastone arcano. Pur non essendo nuova al concetto di fattura ed agli effetti che quel nome racchiudeva come un albero da cui scaturivano rami primari e secondari, l'elfa non era in grado di porvi rimedio, e l'impotenza e l'assenza di controllo che la cecità le inducevano per sottrazione le provocarono una nuova e fulminea scarica di nervosismo. E non appena il fastidio si spense, ciò che rimase fu un timore che quella menomazione sensoriale ravvivò e rafforzò, una paura che non si legava solamente al pensiero di fallire, ma di essere danneggiata in una misura completamente fuori scala rispetto allo stato già pietoso in cui versava. Solo allora le parve che l'aria avesse preso a muoversi in modo appena percettibile.
Accadde tutto troppo in fretta perché potesse essere registrato con lucidità; Valadhiel reagì d'istinto spandendo attorno a sé una cupola eterica atta a proteggerla da qualunque attacco materiale confidando nel fatto che Xander, accecandola, volesse impedirle di vedere il frutto delle sue azioni. Eppure, nulla si schiantò contro la sua barriera, che perse vigore fino a dissiparsi. Non poteva averla mancata, ed ella erse di nuovo una cupola d'Etere tutt'intorno a sé, e qualunque cosa avesse saettato nell'oscurità si frantumò contro ed insieme ad essa. Sebbene la collisione non si tradusse in nessun tipo di contraccolpo fisico, a Val sembrò di aver scampato qualcosa di estremamente pericoloso. Perché?, perché arrivare a tanto? Era dunque questa la natura dell'aurea ascesa?, finire con l'essere spremuti come limoni e lasciati riversi al suolo se giudicati indegni? Digrignò i denti, convinta che se anche l'avesse saputo per tempo, quelle scale avrebbe puntato nondimeno a percorrerle con la medesima grinta e che, pure ora che l'addome le ardeva come se fosse continuamente punto da calabroni ed uno dei suoi più preziosi sensi era stato ottenebrato, sarebbe rimasta lì, ritta e disposta a non cedere nemmeno di un passo. Non si sarebbe piegata sotto il peso di un "No", né il proprio dolore o quello delle persone a cui teneva avrebbero potuto smussare quella rigidità così poco saggia, eppure infiammante, e così bella mentre le serpeggiava dentro e fuori come l'aura di una santa guerriera. Non sarebbe scesa a patti con il suo fallimento.
Era orgoglio? Cocciutaggine? Perché non era rimasta lì, a Duan? Spingersi oltre. Volere di più. Forse era solo una ragazzina frustrata e repressa, ma cosa c'era di male nel rifuggire la mediocrità?, cosa c'era di male nel voler essere migliori di ciò che si era il giorno prima e di mostrare quel fuoco a chi avrebbe potuto alimentarlo affinché perdurasse? A volte lei era un enigma indecifrabile persino per sé stessa, ma su quello sentiva di avere una certezza inoppugnabile ed empirica, quasi vibrasse dalle forme ineffabili dell'anima alla sua carne pallida, facendola tremare a sua volta. E, forse, era proprio questa sicurezza a galvanizzarla, delineando contorni assertivi che un tempo avrebbe sviato con modestia e che ora, sotto l'assedio psicologico e fisico a cui l'aveva sottoposta Xander, stavano mostrando la loro connaturata fragilità.
«P-Posso... ancora... continuare...»
Ad essere resiliente, in lei, era ben altro.
E così, preparata la sua mente all'inderogabile ed ulteriore scambio incessante di attacchi, Valadhiel emanò un'aura sfiancante che avrebbe veicolato là dove credeva di ricordare la posizione di Xander. Le sue forze dopo la fattura ed il susseguente sortilegio dovevano essere al limite, pertanto Val confidava di capire dove si trovasse grazie ai lamenti di stanchezza che avrebbero seguito il contatto con la sua influenza mentale. Subito dopo volse l'estremità del bastone arcano là dove credeva che i suoi dardi avrebbero incrociato il corpo dell'elfo e si concentrò al fine di far materializzare su di essa un amalgama di Etere, sparandolo nella speranza di colpirlo. A differenza delle altre volte, in quel globo riversò l'intenzione di provocare dolore confidando nel fatto che qualora si fosse lamentato anche solo con un filo di voce, Val avrebbe avuto una ulteriore indicazione su dove mirare. L'elfa dopotutto era conscia di quanto fosse infida la combinazione di fattura accecante e dimensioni dell'elfo, il quale, seppur paralizzato, riusciva ad essere un bersaglio più che arduo da colpire in quelle circostanze. In ultimo infuse in un secondo sparo il caratteristico effetto stremante con cui era riuscita a tener testa al guardiano fino a quel momento mirando – qualora il globo precedente non avesse impattato contro il suo corpo – in una direzione diversa, calibrando il tiro anche in relazione al suo respiro.

SPECCHIETTO

Energia: 40/100
Salute: 80/100
Slot Capacità: 3/4
Equipaggiamento: Bastone Arcano (Arma da Fuoco Magica)
Bastone Arcano: Al termine dei suoi studi presso l'Accademia Magica di Duan Val ricevette in dono un bastone costruito tramite l'intreccio di due legni estremamente sensibili all'Etere. Il primo, scuro e resistente, rappresenta la tempra dello spirito e l'assertività della parola, qualità indispensabili per chi desidera fare della conoscenza il cammino della propria vita. Tuttavia, la durezza può anche tradursi in stupidità quando lo studioso non trova nell'errore lo strumento per cambiare approccio verso la realtà, ed è per questo che il secondo legno, chiaro come l'avorio, è più duttile. Esso incarna l'importanza della crescita, evoluzione che si fonda sull'accettazione dello sbaglio e non dalla cieca fuga da esso. Questo bastone non è tuttavia un semplice orpello, ma un'arma. Nelle mani di un mago può essere utilizzato per richiamare schegge di energia arcana dalla sua punta contro qualunque avversario od oggetto venga presa di mira.

Capacità Utilizzate: Aura debilitante, Aura crudele, Colpo sfiancante
Aura debilitante: Il debilitatore emette un’influenza mentale che amplifica gli sforzi dei suoi nemici. Un nemico sotto l'effetto di questa malia soffrirà più facilmente di affaticamento dovuto a ingenti consumi di energia o alla gravità delle sue ferite.
Aura crudele: Il debilitatore rende la propria prossima offensiva, tecnica o attacco fisico, significativamente più doloroso nel turno in cui la si subisce senza alterare l’entità del danno.
Colpo sfiancante: La prossima azione semplice del debilitatore volta a far danno, invece di danneggiare la salute danneggerà il suo corrispettivo in energia non lasciando alcuna ferita sul corpo dell'avversario (quindi un danno di entità media sottrarrà invece il 10% di energie).

Generatori Utilizzati: Entropia, Tirannia, Sabotaggio
Entropia: Una volta per turno, se il debilitatore attiva o un avversario è sotto l’effetto di una tecnica di depotenziamento, ottiene uno slot capacità.
Tirannia: Una volta per turno, se il debilitatore attiva o un avversario è sotto l’effetto di una tecnica di paralisi, ottiene uno slot capacità.
Sabotaggio: Una volta per turno, se il debilitatore attiva o un avversario possiede un equipaggiamento reso inutilizzabile da una tecnica di disarmo, ottiene uno slot capacità.

Tecniche Utilizzate: Pergamena protettiva x2
Pergamena protettiva: Pergamena protettiva: Val manipola l'etere per formare attorno a sé un guscio semitrasparente che arresta qualunque attacco fisico di potenza moderata. [Consumo medio, potenza media]

Note: Andiamo con ordine. Val subisce la Fattura di Xander, perdendo per il resto della giocata il senso visivo, non disponendo di alcun tipo di counter. Quello che accade dopo è che Valadhiel, avvertendo qualcosa (me la sono voluta giocare col senso del tatto, trattandosi comunque di una massa d'energia che si muove ad alta velocità e che dovrebbe spostare l'aria) cerca di ripararsi dalla cannonata mediante la Pergamena protettiva, ma la curvatura del colpo fa sì che l'iniziale protezione si esaurisca, costringendo l'elfa a riattivare la Pergamena protettiva per schermarsi da esso. Essendo acciecata e data la stazza di Xander, Valadhiel cerca di contrattaccare sfruttando una tattica che possa farle intuire la posizione dell'elfo, colpendolo in modi diversi con una combinazione di attacchi semplici e capacità. Innanzitutto sfrutta Aura debilitante per continuare a rendere più marcata la sua stanchezza, e successivamente utilizza due attacchi semplici tramite il Bastone Arcano: il primo influenzato da Aura crudele ed il secondo da Colpo sfiancante. L'attacco che in caso di riuscita danneggerebbe l'energia di Xander è l'ultimo proprio perché più importante, laddove i precedenti sono perlopiù necessari a farle aggiustare il tiro!
Quest'ultimo post mi ha lasciato un po' perplesso per come ho gestito l'offensiva, ovvero: utilizzare due tecniche difensive può giustificare uno "spam" di capacità e attacchi semplici, considerata anche la cecità di Val? Forse è una preoccupazione triviale, ma ci tengo a tastare per bene le acque!
 
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view post Posted on 17/5/2020, 18:52
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« Ora basta. »
Clelia cadde dal cielo con la velocità di un fulmine e la grazia di un cigno, producendo un lieve sibilo al quale seguì il rumore sordo dello schioccare di dita. Tutto parve perdere colore e il tempo sembrò fermarsi, per qualche secondo di indecifrabile astrattezza. Il respiro della giovane elfa, stanca del combattimento, raggiunse le orecchie della donna, che squadrò quel suo corpo debole da cima a piedi. Non sta a me deciderlo, pensò la Lama Aurea prima di lasciare che il tempo tornasse alla normalità.
Valadhiel ritornò immediatamente all'utilizzo della vista e l'intero Intreccio, o ciò che l'esaminata aveva visto come tale, assunse nuovi colori e nuove forme; il luccichio delle rifiniture dorate delle scale faceva da tenue contorno alla pomposità e all'ostentazione di un luogo mistico e decisamente fuori dal comune. Caduta l'illusione che aveva rapito l'elfa dall'inizio della sua avventura, ella avrebbe potuto finalmente vedere l'accesso alla Trama così com'era realmente. Un luogo di magia e perdizione per i più deboli: l'accesso al paradiso d'Oro.
« Perdona l'accoglienza, Valadhiel di Duan. » Clelia Felaiden, Lama Aurea della Trama d'Oro, conosceva perfettamente quella ragazza, così come conosceva la storia di tutti coloro che si spingevano fino a lì. « Il mio nome è Clelia e quello che hai visto... »
Indicò con la destra verso la posizione in cui figurava Xander, ma al posto della figura dell'elfo, ora solo un ammasso di polvere. Il guardiano era... sparito? L'elfa doveva avere molte domande, invero.
« Vieni con me. »
Lo spazio sembrò mutare nuovamente e Valadhiel avrebbe assistito all'ennesima illusione visiva. Quello che avrebbe visto all'interno del portale era tutt'altro che comune.
« Quello è Xander. » mostrò plateale la figura di un elfo disteso su un letto, dormiente. « Questa è la condizione del guardiano da ormai mesi. Ciò che hai affrontato non è altro che la sua ferrea volontà di difendere la Trama d'Oro. Un'illusione, uno stato d'essenza che permea questo luogo.
Ma ora è tutto finito. Puoi attraversare l'Intreccio.
»
Il tono sembrava sconfitto e il volto mostrava una nota di disagio. Qual era il rapporto che Clelia e Xander avevano? E cosa era successo al guardiano?
« So che è sfacciato chiedertelo, ma mi piacerebbe che tu mi aiutassi a risolvere questa... situazione. Se davvero sei interessata, allora incontriamoci qui all'Intreccio tra dieci giorni. In caso contrario continuerò a cercare una soluzione da sola, come ho fatto fino a oggi. Non te ne farò una colpa, anzi. »
Sorrise, falsamente.
« Non voglio fermarti oltre.
Hai dimostrato coraggio e determinazione, una forza di volontà degna dei nostri ranghi.

Benvenuta alla Trama d'Oro, Valadhiel di Duan.
»


CITAZIONE
QM Point.
L'arrivo si conclude qui, ma prima del giudizio vorrei un tuo post conclusivo della scena, viste comunque le rivelazioni finali. Quello che succede è molto semplice: Clelia, una Lama Aurea, si intromette nello scontro e sembra "fermare" il tempo, tanto che tutte le offensive e gli effetti delle fatture sembrano svanire. Puoi descrivere Clelia come una statuaria elfa (molto simile all'immaginario comune degli Alti Elfi del fantasy moderno) con lunghi capelli dorati.
Dall'inizio della giocata eri sotto effetto di una vera e propria illusione che aveva anche modificato i tratti dell'Intreccio, rendendolo meno "splendente" di quanto sia in realtà e ora riesci finalmente a vederlo. L'illusione era frutto della forza di volontà di Xander che, per ragioni a te sconosciute, giace su un letto e spinge il proprio "volere" sotto forma di una propria copia illusoria per difendere la Trama. Tutto ciò potrebbe rappresentare per te uno spunto per giocate future o, in caso non dovesse interessarti, potresti semplicemente accantonare la cosa e procedere per la tua strada. In ogni caso Clelia ti conferma che sei degna di entrare nella Trama.
Dopo il tuo post conclusivo ci saranno i giudizi (l'ultimo post sarà oggetto di valutazione solo parzialmente, quindi non preoccuparti).
Per qualsiasi cosa, sai come contattarmi.
 
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9 replies since 13/12/2019, 16:18   271 views
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