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Chrysalis ~ ignite the pride inside, Contest Aprile 2020 - Nascita

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view post Posted on 27/4/2020, 00:34
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Brucia un guerriero, combatte; il suo nome l'ha dimenticato, ma chi lo conosce lo chiama Romolo.
Non ha più un passato perché l'ha barattato con un'entità metafisica che lui ha ribattezzato Fuoco: manifestazione scindibile di qualcosa che è inscindibile, quell'esistenza dai tratti vagamente umani, circondata da una nebbia di un profondo colore rosso che impedisce di carpirne fino in fondo le fattezze, non può che essere definita « orgoglio ».
Il motivo per cui un'entità simile si è avvicinata a un comune essere umano è, in un certo senso, semplice: date le circostanze che le hanno dato origine - l'inestinguibile orgoglio di numerosissimi individui -, essa non ha potuto - o non ha voluto - ignorare il desiderio del ragazzo, il cui nome sarebbe divenuto Romolo, di provare il proprio valore.
Deciso a mettere alla prova il suo coraggio, gli sorrise - o almeno così sembrava -:

« Hey young blood, doesn't it feel like our time is running out?
I'm going to change you like a remix, then I'll raise you like a phoenix! »

Era una notte senza Luna e senza stelle quando un ragazzo come tanti altri incontrò per la prima volta il Fuoco.
Nel buio della foresta gli alberi, di cui la pallida luce della Luna a stento consentiva di intravederne i contorni, erano stati completamente soverchiati - come tutto il resto - dalla nebbia che l'entità, orgoglio concretizzato, portava con sé. Guardandosi intorno, colui il cui nome sarebbe divenuto Romolo non riusciva a scorgere altro che rosso, ed è in quel rosso profondo che il Fuoco si ergeva in tutta la sua superbia. Sebbene ne distinguesse soltanto la sagoma, il ragazzo poteva percepire chiaramente il suo sguardo pesare su di sé. Un terrore primordiale prese allora possesso del suo corpo, penetrando a fondo nelle sue ossa e nelle sue carni, correndo lungo la sua spina dorsale: persino lui riusciva a sentire pienamente l'enorme potere del Fuoco. Qual era la ragione per cui un'esistenza tanto potente gli s'era parata di fronte? Che voleva? Queste furono le prime domande che balenarono nella mente del ragazzo, la cui risposta avrebbe ricevuto di lì a poco. Terrorizzato, iniziò a tremare; il rumore dei denti che sbattevano era tanto forte che si sarebbe potuto sentire anche a diversi metri di distanza. Centinaia di voci, che si alzavano dalle vere profondità del suo Io, gli urlavano nella testa di fuggire e non voltarsi indietro però, per quanto egli ci provasse, le gambe non si muovevano neppure di un millimetro. Ma che senso avrebbe avuto, del resto, cercare di scappare? Il Fuoco l'avrebbe preso nel momento stesso in cui avrebbe mosso il primo passo. Fu dopo avere pensato a questo che, come un fulmine a ciel sereno, un lampo di genio l'attraversò: se l'entità che aveva di fronte a sé non l'aveva eliminato nel momento stesso in cui aveva posato i propri occhi su di lui, - forse - non c'era niente da temere. Tirò un sospiro di sollievo, i suoi muscoli cominciarono a rilassarsi. La domanda tuttavia restava: che voleva il Fuoco da lui, un ragazzo che nulla aveva di diverso rispetto a tantissimi altri?
« Io so bene quel che desideri: una chance, e io posso dartela; » rispose il Fuoco « potere, e io posso dartelo. »
Sembrava che a parlargli fosse contemporaneamente un uomo ed una donna, e che la sua voce provenisse da ogni direzione, come se il Fuoco si trovasse in ogni punto di quella densa nebbia; tutte le volte che proferiva una parola, poi, piccole scintille cremisi esplodevano illuminando piccola parte delle zone circostanti, permettendo di vedere un poco oltre il profondo rosso in cui entrambi erano immersi. Frastornato e confuso da parole che risuonavano così potenti dentro di sé, il ragazzo non sapeva in che modo reagire. Un'esistenza potente come il Fuoco aveva scrutato nell'animo di una nullità come lui e scoperto quale fosse il suo desiderio, dicendogli addirittura che l'avrebbe potuto aiutare a realizzarlo. La verità era che il desiderio di colui che sarebbe diventato Romolo era così comune da essere del tutto insignificante; a distinguerlo dalla gigantesca massa di individui che condividevano il medesimo desiderio, era l'intensità con cui esso gli bruciava nel petto -- un incendio che il Fuoco non avrebbe potuto certo ignorare.
« In cambio dovrai rinunciare a tutto, nascere ancora una volta e divenire il discendente dell'orgoglio, di cui io sono la manifestazione » continuò, proponendo il patto che avrebbe fatto del ragazzo uno Scion « accetti? »
Il Fuoco mosse quindi qualche passo verso il ragazzo - finché a dividerli era meno di un metro - e gli tese la mano; lui, il cui corpo fino a quel momento non si era mosso neppure di un millimetro (se non per tremare), prontamente la afferrò. Che l'avesse fatto per paura o per la speranza di vedere il suo desiderio esaudito, neanche lui lo sa.

« Sì, accetto. »
- il Fuoco strinse la mano del ragazzo di rimando -
« Affronta il futuro. Distruggi ogni dubbio. Diventa ciò che desideri essere.
Preparati --- io e te stiamo per diventare una cosa sola.
»

Il Fuoco sorrise al suo contraente un'ultima volta, dopodiché la nebbia rossa che lo circondava si compresse intorno alla sua figura ed esplose in una potente onda d'urto che investì l'intera foresta. L'esplosione scosse violentemente le fronde degli alberi, addirittura strappando alcuni di essi dal suolo, e sbalzò via il ragazzo, il quale andò a sbattere un albero e perse i sensi a causa dell'impatto. Si risvegliò solo dopo diverse ore, privo di ogni suo singolo ricordo.
Non si fece alcuna domanda riguardo il fatto che non avesse nessuna memoria di tutto ciò che precedeva l'incontro con quell'entità: lui sentiva che fosse qualcosa di naturale, come se la sua esistenza fosse iniziata in quell'istante.
Accogliendo dentro di sé il Fuoco la natura stessa del ragazzo mutò radicalmente: non era più un essere umano e, non diversamente, il suo animo non era più quello di un essere umano. Colui il cui nome sarebbe divenuto Romolo era appena divenuto uno Scion - un discendente - di uno dei sette peccati capitali e, diventando uno Scion, aveva ottenuto un potere che prima di quel momento non aveva nemmeno mai sognato di avere.
Il ragazzo si guardò attorno, esaminando quel luogo che gli era diventato sconosciuto, poi cominciò a camminare.
Un fuoco nuovo aveva iniziato a brillare nei suoi occhi rossi, era appena nato un guerriero.
 
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