di spade e visioni ~ scairp
l'Arco della Vergine aveva fatto dell'Oracolo
il proprio vanto, il proprio fiore all'occhiello.
Ne aveva sacrificato dignità e libertà,
costringendola a un eterno sonno pieno di incubi.
Cosa fare?
Il ruggito della bestia aveva ora assunto le tonalità di lamenti del vento che sferzavano violenti nella loro direzione. Najka impugnò la katana con forza, seppur indecisa sul da farsi. La soluzione più saggia era senz'altro quella di fuggire insieme a Castia, eppure sapeva bene che le predizioni dell'Oracolo necessitavano di molto tempo, nel sonno, per costruirsi a dovere. Tentennò un secondo, poi un secondo ancora, prima di realizzare che qualsiasi minaccia avesse messo sulle loro tracce l'Arco della Vergine, non sarebbe mai bastata a distrarla dalla sua missione. Avrebbe difeso Castia e riportato l'Oracolo a scairp a ogni costo e non si sarebbe lasciata fermare da mostri e illusioni.
Al diavolo le premonizioni. Avrebbe agito come la guerriera che era, senza trucchi e orpelli: la sua spada sarebbe bastata. Si gettò velocemente sul corpo di Castia, scuotendolo con vigore. L'Oracolo trasalì in preda al panico, come risvegliata da un sonno eterno che ne aveva estromesso la presenza in quel mondo. Svegliarsi in quel modo, per una come lei, non era facile e la spadaccina ne era al corrente. Tuttavia, sentiva di non avere alcuna scelta. Non ci fu bisogno di parole, tra le due, poiché i lamenti del vento si erano evoluti in risate angoscianti che riempirono l'intera caverna. Voci stridule, maligne, quasi il gracchiare di cornacchie impazzite pronte a scaraventarsi sulle due anime. In un attimo a Castia tornò in mente il trattamento che l'Arco le aveva riservato negli anni e quei pensieri le costarono un gemito di paura che solo il contatto con le mani della spadaccina riuscì a sanare. Andrà tutto bene, le avrebbe voluto dire, se solo il suo orgoglio non glielo avesse impedito.
Le ombre della caverna iniziarono a modellarsi prendendo forme di enormi mani in grado di fluttuare. Prima una, poi un'altra, fino a quando le due ragazze, nella quasi totale assenza di luce, riuscirono a contare una ventina di forme prendere vita dall'oscurità e scagliarsi contro i loro corpi. La prima si infranse contro la lama di Najka, che ne attraversò la materia instabile dividendola in due parti che si accasciarono al suolo. Una seconda e una terza partirono insieme, mettendo in difficoltà l'umana che cercava in ogni modo di tenere Castia alle sue spalle, verso il muro. I colpi di quegli ammassi d'ombra non erano affatto complessi da decifrare per una combattente esperta come Najka eppure i loro corpi sembravano adattarsi sempre meglio ai colpi della stessa, come se stessero imparando in quel preciso momento a combattere.
« Najka! »
La spadaccina incassò completamente il colpo al costato di una di quelle figure, procurandole un rigurgito di sangue.
« Ugh. Non... non è niente, nobile Castia.
Arriveremo da scairp, vedrà. »
La lama di Najka si dipinse di uno strano bagliore rosso che allontanò per un attimo le mani d'ombra.
« La luce... la temono. »
Conficcò il Salice nel terreno, facendo crescere a dismisura il bagliore che diventò una vera e propria fonte di luce che iniziò a repellere velocemente i mostri dell'Arco.
« Ora, Castia. »
L'oracolo comprese in un attimo quello che avrebbe dovuto fare.
Avvicinò velocemente i palmi delle sue mani l'uno contro l'altro, bisbigliando la formula di qualche sigillo magico. La luce della spada si amplificò dieci, cento, mille volte, portando la caverna in uno stato di visione perfetta. Le ombre si schiacciarono verso i muri della caverna con sinistri versi di dolore.
« Non durerà molto, Najka! »
La spadaccina prese nuovamente la mano dell'Oracolo, mentre con l'altra raccolse la propria arma.
« Dobbiamo solo uscire di qui! »
Sarebbe scattata verso l'uscita approfittando dei pochi secondi che la fattura dell'amica le stavano concedendo. Tirò a sé Castia, strattonandola durante l'intera corsa verso l'uscita, evitando i pochi ammassi d'ombra che sembravano non aver ceduto alla luce della spada.
Ma quando entrambe uscirono dalla caverna, realizzarono che il mondo attorno a loro era stato inglobato nell'oscurità. Tutto, attorno a loro, non era che assenza di luce. Il sigillo dell'Oracolo si spezzò, portando il faro di salvezza a un tenue bagliore che cercava di sopravvivere inutilmente alla vastità di buio.
E così, il secondo successivo, anche loro vennero inghiottite.
Il nulla, per più di dieci secondi.
Quando riuscì a essere nuovamente padrona del proprio corpo, Najka avrebbe assistito alla creazione di un vero e proprio labirinto. Non più traccia di Castia, né dei demoni d'ombra che le stavano inseguendo. Solo un ammasso di percorsi delimitati da enormi pareti in ossidiana. La spadaccina avanzò di qualche passo, realizzando che davanti a lei esistevano tre percorsi. Da quello più vicino a lei poteva sentire il pianto di una bambina, in lontananza. Da quello al centro, invece, una lieve brezza con l'odore del deserto - che le ricordava scairp -. Dall'ultima, invece, nessun pianto né venti caldi a rassicurarla.
Sotto il cielo stellato di ciò che ricordava essere il Maanskyd, la spadaccina doveva compiere la propria scelta, ancora una volta.
CITAZIONE
#2
S C E L T E
A. Najka prende il percorso di sinistra, seguendo il pianto della bambina.
B. Najka prende il percorso centrale, seguendo la brezza.
C. Najka prende il percorso di destra.
D. Altro. (Scelta libera)
Edited by scairp - 4/6/2020, 17:13