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scairp ~ di spade e visioni

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view post Posted on 7/5/2020, 18:02
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di spade e visioni ~ scairp

lo Scorpione ha bisogno di otto zampe
per camminare. Per attaccare, per difendersi, per nascondersi.
Otto zampe, otto destini.

315hxjF


continua da qui, qui, qui e qui.

« Sei arrivata. »
Il volto della spadaccina tradiva un'attesa decisamente estranea ai pochi secondi di ritardo di Castia, che con grazia e decisione scendeva procedeva verso le ultime scale che sancivano il confine con Astralea.
« Te l'ho detto, sono pronta. »
Lo sono da così tanto tempo, pensò l'abissale, mentre con occhio sognante rassicurava la sua amica. Il pallido bagliore della luna bianca gettava sulla culla dei Jin l'ombra dell'Ascensore Celeste, creando un pittoresco quadro di contrasto tra la parte più alta della città e quella che formava i piccoli borghi che sia la spadaccina che l'oracolo conoscevano molto bene.
« Ti hanno seguito? »
Najka non accennava a rilassare i muscoli del volto, mostrando un'espressione assai dura e austera. Un'espressione che Castia aveva visto molte volte sul volto dell'amica e che raccontava anni e anni di prigionia in sé stessi.
« No. Puoi stare tranquilla, non si sono ancora accorti di nulla. »
Ancora. La spadaccina portò la mano alla spada; si sentiva inquieta, poiché sapeva di cosa erano capaci i Jin dell'Arco della Vergine. Esseri che Najka aveva sempre considerato riluttanti. Incapaci di accontentare le emozioni degli uomini, si erano rintanati in quel buco costringendo Castia a lunghi sonni in grado di produrre nuove profezie con il solo scopo di accelerare il progresso di Astralea.
Castia si avvicinò all'amica con fare gentile, producendo nella stessa solo un grugnito di fastidio. La spadaccina si spostò appena, il giusto spazio per evitare il contatto con Castia.
« Dobbiamo andare. »
Sul volto dell'oracolo si dipinse una nota di sconforto. In quel momento riusciva solo a domandarsi se la sua amica l'avrebbe mai perdonata per ciò che era accaduto qualche anno prima. Tradimento: ecco come la ragazza aveva definito il comportamento dell'abissale. Se solo avesse saputo i sacrifici che Castia aveva fatto per consentirle la libertà, tuttavia, avrebbe di certo cambiato idea.
Il suo potere maledetto le impediva però di parlare delle profezie che la riguardassero. Incapace di parlarne, incapace di sfuggirne. Schiava del proprio dono, Castia sperava davvero di trovare in Najka un'amicizia che potesse lenire le ferite del suo cuore.
« Andiamo, prima che si accorgano che sei sparita. »
Il tono del Salice era decisamente infastidito, tagliente.
Castia, sommessa, si limitò ad annuire e a seguirla.
~~~
Erano in viaggio da due giorni e la situazione, allo stato attuale delle cose, era sotto controllo. Najka era stata vigile per tutto il tempo, cercando di facilitare il cammino per l'Oracolo percorrendo le strade meno impervie che una regione inospitale come il Maanskyd potesse offrire e lasciandole spesso degli intervalli di tempo in cui riposare. Il tutto, ovviamente, nel silenzio più assoluto. La spadaccina infatti non aveva rivolto parola alla sua compagna di viaggio neanche una volta, limitandosi a cenni e suoni gutturali per le comunicazioni più importanti.
Lo stesso Oracolo iniziò a pensare che forse l'Arco della Vergine non sarebbe venuto a reclamarla e che, dopo anni di simil schiavitù, si poteva finalmente definire libera. Con attenzione e curiosità aveva osservato la conformazione di quei territori, preda delle trasformazioni delle tempeste lunari, arrivando a giudicare la propria vita in maniera decisamente negativa. Cosa si era persa, del mondo, in quel tempo? A quali sensazioni aveva rinunciato? Sperava davvero di poter recuperare il tempo perso insieme alla sua vecchia amica: era il suo più grande desiderio.
« Sono ore che non ci fermiamo, sarai stanca. » parole gentili gettate come veleno al vento. Quasi volesse farle intendere che fosse un peso. Indicò una grotta scavata all'interno di un'enorme colonna di pietra. « Possiamo fermarci qui per stanotte. »
L'abissale provò a ribattere ma si rese conto di avere il fiatone e che dire qualcosa in quel momento avrebbe solo confermato i timori di Najka. Socchiuse gli occhi per un attimo, realizzando che l'orgoglio non avrebbe aiutato i suoi piedi stanchi.
La spadaccina si inoltrò spada alla mano all'interno della grotta e sparì nell'ombra per qualche secondo.
« Il posto è sicuro. »
Il luogo si presentava come un'area circolare molto stretta e quasi per nulla illuminata dalla luna bianca, con piccole stalattiti lungo tutto il soffitto. Lo spazio era appena sufficiente per permettere al Salice dell'Est di allestire un piccolo focolare e piazzare un telo logoro sul terreno per permettere all'abissale di riposare.
« Najka. »
Castia si inginocchiò per avvicinarsi alle fiamme del focolare per godere del poco tepore che riuscivano a produrre. La spadaccina fece lo stesso, scrollandosi dalle spalle il senso di vigilanza che la stava accompagnando dall'inizio del viaggio.
« Stanotte i miei sogni guarderanno al tuo cammino; spero di riuscire a vedere qualcosa.
Prima di sognare, però, ti prego, raccontami di ciò che è successo. Non posso vedere nel tuo passato, lo sai, ma potresti raccontarmelo tu.
»
Najka si sentì debole e indifesa, di fronte a quelle parole. Ricordò in un istante ciò che l'Oracolo aveva costituito nel suo passato.
Abbassò la guardia.
« Non è stato facile, nobile Castia. »
« Non chiamarmi così, te ne prego. »
La spadaccina si mostrò infastidita, quasi non potesse farne a meno.
« Ho temuto di tornare a quei tempi, sai? Ho temuto nuovamente il mondo, quando te ne sei andata.
Ho avuto paura di me stessa e delle mie fragilità.
»
Portò le ginocchia al petto, stringendole con forza.
« Lo Scorpione mi ha salvato, è stato in grado di raccogliermi in un momento come quello e di farmi risorgere dalle ceneri. Ha fatto di me la combattente che sono oggi e il mio unico modo per ringraziarlo e seguire i suoi desideri.
Se non ci fosse stato, io... io...
»
Castia si portò abbastanza vicina da sfiorare la mano della spadaccina. Solo per un secondo, prima di tornare alla propria posizione.
« Non andrò più via, Najka. Lo giuro. »
Lo prometto a entrambe.
« Non voglio parlarne ora. »
Tornò rapidamente alla freddezza che l'aveva contraddistinta nei giorni precedenti.
« Va bene, quando ne avrai desiderio io ci sarò. »
Castia le sorrise, poi poggiò delicatamente la testa sul pavimento, addormentandosi, stremata, dopo soli quattro minuti.
La spadaccina cercò di restare sveglia e di osservare la grazia di quel corpo riposare, ma la stanchezza aveva ormai raggiunto anche l'infallibile Salice dell'Est.

Qualche ora più tardi, il sonno della spadaccina venne interrotto da un sibilo, uno strano rumore che sembrava trasformare la propria tonalità ogni secondo più velocemente. Uno strisciare, poi un ronzio, poi il ruggito di una bestia feroce.
Nell'oscurità di una grotta non più illuminata dalle fiamme, i sensi di Najka si ritrovarono fuori controllo.
Doveva prendere una decisione e doveva farlo in fretta.

CITAZIONE
#1
S C E L T E

A. Najka si dirige fuori dalla grotta per controllare la fonte del rumore; non sveglia Castia.
B. Najka sveglia l'Oracolo e le chiede consiglio.
C. Najka sveglia l'Oracolo e insieme iniziano a fuggire.
D. Altro. (Scelta libera)


Edited by Snek - 7/5/2020, 20:27
 
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view post Posted on 4/6/2020, 15:28
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di spade e visioni ~ scairp

l'Arco della Vergine aveva fatto dell'Oracolo
il proprio vanto, il proprio fiore all'occhiello.
Ne aveva sacrificato dignità e libertà,
costringendola a un eterno sonno pieno di incubi.

315hxjF



Cosa fare?
Il ruggito della bestia aveva ora assunto le tonalità di lamenti del vento che sferzavano violenti nella loro direzione. Najka impugnò la katana con forza, seppur indecisa sul da farsi. La soluzione più saggia era senz'altro quella di fuggire insieme a Castia, eppure sapeva bene che le predizioni dell'Oracolo necessitavano di molto tempo, nel sonno, per costruirsi a dovere. Tentennò un secondo, poi un secondo ancora, prima di realizzare che qualsiasi minaccia avesse messo sulle loro tracce l'Arco della Vergine, non sarebbe mai bastata a distrarla dalla sua missione. Avrebbe difeso Castia e riportato l'Oracolo a scairp a ogni costo e non si sarebbe lasciata fermare da mostri e illusioni.
Al diavolo le premonizioni. Avrebbe agito come la guerriera che era, senza trucchi e orpelli: la sua spada sarebbe bastata. Si gettò velocemente sul corpo di Castia, scuotendolo con vigore. L'Oracolo trasalì in preda al panico, come risvegliata da un sonno eterno che ne aveva estromesso la presenza in quel mondo. Svegliarsi in quel modo, per una come lei, non era facile e la spadaccina ne era al corrente. Tuttavia, sentiva di non avere alcuna scelta. Non ci fu bisogno di parole, tra le due, poiché i lamenti del vento si erano evoluti in risate angoscianti che riempirono l'intera caverna. Voci stridule, maligne, quasi il gracchiare di cornacchie impazzite pronte a scaraventarsi sulle due anime. In un attimo a Castia tornò in mente il trattamento che l'Arco le aveva riservato negli anni e quei pensieri le costarono un gemito di paura che solo il contatto con le mani della spadaccina riuscì a sanare. Andrà tutto bene, le avrebbe voluto dire, se solo il suo orgoglio non glielo avesse impedito.
Le ombre della caverna iniziarono a modellarsi prendendo forme di enormi mani in grado di fluttuare. Prima una, poi un'altra, fino a quando le due ragazze, nella quasi totale assenza di luce, riuscirono a contare una ventina di forme prendere vita dall'oscurità e scagliarsi contro i loro corpi. La prima si infranse contro la lama di Najka, che ne attraversò la materia instabile dividendola in due parti che si accasciarono al suolo. Una seconda e una terza partirono insieme, mettendo in difficoltà l'umana che cercava in ogni modo di tenere Castia alle sue spalle, verso il muro. I colpi di quegli ammassi d'ombra non erano affatto complessi da decifrare per una combattente esperta come Najka eppure i loro corpi sembravano adattarsi sempre meglio ai colpi della stessa, come se stessero imparando in quel preciso momento a combattere.
« Najka! »
La spadaccina incassò completamente il colpo al costato di una di quelle figure, procurandole un rigurgito di sangue.
« Ugh. Non... non è niente, nobile Castia.
Arriveremo da scairp, vedrà.
»
La lama di Najka si dipinse di uno strano bagliore rosso che allontanò per un attimo le mani d'ombra.
« La luce... la temono. »
Conficcò il Salice nel terreno, facendo crescere a dismisura il bagliore che diventò una vera e propria fonte di luce che iniziò a repellere velocemente i mostri dell'Arco.
« Ora, Castia. »
L'oracolo comprese in un attimo quello che avrebbe dovuto fare.
Avvicinò velocemente i palmi delle sue mani l'uno contro l'altro, bisbigliando la formula di qualche sigillo magico. La luce della spada si amplificò dieci, cento, mille volte, portando la caverna in uno stato di visione perfetta. Le ombre si schiacciarono verso i muri della caverna con sinistri versi di dolore.
« Non durerà molto, Najka! »
La spadaccina prese nuovamente la mano dell'Oracolo, mentre con l'altra raccolse la propria arma.
« Dobbiamo solo uscire di qui! »
Sarebbe scattata verso l'uscita approfittando dei pochi secondi che la fattura dell'amica le stavano concedendo. Tirò a sé Castia, strattonandola durante l'intera corsa verso l'uscita, evitando i pochi ammassi d'ombra che sembravano non aver ceduto alla luce della spada.
Ma quando entrambe uscirono dalla caverna, realizzarono che il mondo attorno a loro era stato inglobato nell'oscurità. Tutto, attorno a loro, non era che assenza di luce. Il sigillo dell'Oracolo si spezzò, portando il faro di salvezza a un tenue bagliore che cercava di sopravvivere inutilmente alla vastità di buio.
E così, il secondo successivo, anche loro vennero inghiottite.
Il nulla, per più di dieci secondi.
Quando riuscì a essere nuovamente padrona del proprio corpo, Najka avrebbe assistito alla creazione di un vero e proprio labirinto. Non più traccia di Castia, né dei demoni d'ombra che le stavano inseguendo. Solo un ammasso di percorsi delimitati da enormi pareti in ossidiana. La spadaccina avanzò di qualche passo, realizzando che davanti a lei esistevano tre percorsi. Da quello più vicino a lei poteva sentire il pianto di una bambina, in lontananza. Da quello al centro, invece, una lieve brezza con l'odore del deserto - che le ricordava scairp -. Dall'ultima, invece, nessun pianto né venti caldi a rassicurarla.
Sotto il cielo stellato di ciò che ricordava essere il Maanskyd, la spadaccina doveva compiere la propria scelta, ancora una volta.

CITAZIONE
#2
S C E L T E

A. Najka prende il percorso di sinistra, seguendo il pianto della bambina.
B. Najka prende il percorso centrale, seguendo la brezza.
C. Najka prende il percorso di destra.
D. Altro. (Scelta libera)


Edited by scairp - 4/6/2020, 17:13
 
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